Copertina 6

Info

Anno di uscita:2005
Durata:47 min.
Etichetta:Metal Heaven
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. HEART IS THE CENTER
  2. YOU ARE
  3. THE THRONE
  4. HOLD ON TO YOUR DREAM
  5. WINDY CITY
  6. GROUND ZERO

Line up

  • Christian Rivel: vocals
  • Linus Kase: keyboards
  • Kristofer Eng: bass
  • C.G. Grimmark: guitars
  • Mick Nordstrom: drums

Voto medio utenti

Ancora Mister prezzemolino Christian Rivel (Narnia, Audiovision, Divine Fire), i cui vani tentativi di eguagliare il record di onnipresenze detenuto da Goran Edman e Roine Stolt lo portano ad "imbarcarsi" nell'ennesimo side project in compagnia dei fidi Narnia, Linus Kase e CG Grimmark (anche chitarrista dei Saviour Machine nell'imperdibile doppio dvd "Live in deutchland 2002"). Nato nel 2002 col nome di "Windy City", Flagship è un tentativo (riuscito solo in parte) di rievocare il sound anni 70 di bands come Styx, Kansas, Yes, ELP, Queen ed artisti come Billy Joel; John Miles o Bonnie Tyler ("Heart is the center" è un misto tra i migliori Kansas e "Holding out for a hero", hit di successo della rock singer Usa), 6 brani molto lunghi (tra i 7 e 9 minuti) in cui si cerca di riassumere il meglio ed il peggio (in questo caso la durata che dà luogo a parti strumentali troppo dispersive e prive di originalità) espresso dalle bands già citate, resta però a Rivel e Kase la soddisfazione di avere come special guest il loro mito Kerry Livgren (Kansas) in "Ground Zero", brano presente nel suo album solo "Seeds of change" del 1980 e già "rimodernato" da Kerry Keeling sempre quest'anno nel cd "Giving sight to the eye". La versione presente in "Maiden Voyage" fa sfoggio di una lunga parte strumentale con tastiere in pieno stile Wakeman e gran guitar solo alla Brian May, ma dal punto di vista vocale la versione di Keeling è inarrivabile. Secondo le note informative multimediali allegate al cd, l'intento di Rivel e Kase era quello di ricreare una sorta di duo sulla scia dei mitici Buggles, piccolo problema è che ai Flagship manca un brano alla "Video killed the radio star", ma accontentiamoci così: il disco nella sua sufficienza è comunque ben prodotto e suonato, e Rivel si conferma artista poliedrico che nel mondo del rock sta esplorando diverse strade (prog, hollywood metal, hard rock, christian rock) oltre all'impegno profuso nella sua label (Rivel records) per dare una maggior visibilità alle christian metal bands.
Recensione a cura di Carlo Viano

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