Copertina 9

Info

Anno di uscita:2008
Durata:69 min.
Etichetta:Insideout
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. WHEN ALPHA AND OMEGA COLLIDE
  2. TIDAL
  3. UNBREAKABLE
  4. THE WAKING HOURS
  5. ICONIC
  6. THESE EMPTY PLACES
  7. DUENDE
  8. PARAMOUNT
  9. THE LONELY VIEWS OF CONDORS
  10. THE WEIGHT

Line up

  • Arno Menses: vocals
  • Markus Steffen: guitars
  • Oliver Holzwarth: bass
  • Alex Holzwarth: drums

Voto medio utenti

A dir poco magnifico il primo live dei Sieges Even, registrato scegliendo le migliori esecuzioni prese dal set del "Paramount tour" (in particolare Vienna e il Progpower).
Senza dimenticare il glorioso passato che riaffiora in due estratti da "A sense of change" del 1991 ("These empty palces" e "The Waking hours") riproposti con il nuovo singer in tutta la sua complessità strutturale, la band tedesca arraffa equamente dal capolavoro "The art of navigating by the stars" e dal successivo "Paramount" riducendo un po' gli interventi corali di controcanto rispetto alle versioni in studio, inserendo un assolo di chitarra elettrica in luogo di quella acustica spagnoleggiante in "Tidal", togliendo la parte finale di sax in "Paramount", usando una chitarra più distorta in "The lonely views of condors" e tralasciando dal set un brano molto orecchiabile come "Eyes wide open". Incantevole e sublime il cantato di Arno Menses che presentando "The lonely views of condors" ironizza dicendo "It's our Lietchenstein hit single, we sold about 3 singles there", per poi invitare a cantare il refrain con "If you know the words sing along with me, if you don't, sing something else", mentre una produzione cristallina esalta il prepotente basso di Oliver Holzwarth (che omaggia splendidamente i Rush di "The tree" in un breve passaggio di "These empty places") e il drumming pulito e possente del fratello Alex, i pregevoli ricami della chitarra di Markus Steffen fanno il resto, e non credo ci sia bisogno di altre inutili parole. Con "The art of navigating by the stars" e il contemporaneo arrivo di Menses, la band ha raccolto i frutti di una carriera all'insegna del prog metal evoluto e cervellotico, trovando il perfetto punto di incontro tra complessità tecnica, velocità di esecuzione, scelta dei cambi di tempo e linee melodiche che seppur riconducibili a Yes e Rush risultano sempre efficaci e molto personali, "Playgrunds" è quindi un must imperdibile non solo per i fans ma anche per chi li scopre solo adesso, con l'obbligo assoluto di non prendere impegni il 29 novembre: tutti al Sottotetto di Bologna perchè finalmente l'Europa ha trovato i suoi Rush.
Recensione a cura di Carlo Viano

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