Chissà cosa sarebbe stato il metal estremo e quante bands in meno ci sarebbero state se non fossero mai esistiti i
Dissection … Domanda retorica certamente, ma è vero che più passano gli anni dalla prematura scomparsa del loro leader indiscusso,
Jon Nödtveidt, più sembrano esserci band dedicate al loro culto … Se negli anni passati in molti si sono lasciati tranquillante influenzare dalla mitica band svedese, da qualche anno a questa parte sembra proprio che ci sia una gara a chi riesce ad essere più fedele possibile alla band originaria di Strömstad , senza aggiungere niente di personale … Qui però si esagera senza remore, infatti i qui presenti
Blood Worship, altro non sono che gli
Astrophobos (buona band anche loro in orbita Dissection) senza il secondo chitarrista Jonas Ehlin e con il nostro David Folchitto (Stormlord e live act, tra gli altri, per Fleshgod Apocalypse) dietro le pelli. A cosa serva una band del genere proprio non riesco a capirlo, se non a provare a vedere che effetto fanno i brani della derivata band madre con un blasting più incazzato … I quattro brani che compongono il debut Ep non sono niente di più e niente di meno che un discreto omaggio alla grandezza dei
Dissection, con due brani più lenti e ragionati come l’opener
“A Dirge For The Damned” e la conclusiva
“Shadows Etched In Stone”, inframmezzate da due songs più spinte e aggressive. Melodia a palate, aggressività quanto basta e quel sano gusto di plagio che ci li fa piacere da subito, ma caratteristiche che difficilmente vi invoglieranno oltre un distratto ascolto. Non so se questo progetto di
Martin Andersson avrà un seguito, se mai fosse, il consiglio è quello di provare a fare la sua musica perché quella dei
Dissection ci ha già pensato
Jon Nödtveidt a scolpirla nella storia ... Se non ci risentiamo per sbaglio non sarò io a cercarvi …
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