Era da parecchio tempo che non ascoltavo un album di progressive "estremo" convincente (forse l'ultimo è stato
"Dreamless" degli americani
Fallujah). I tedeschi
Alkaloid dell'ex-
Obscura Hannes Grossmann sanno infatti essere originali e incisivi nonostante palesino le loro influenze in modo netto e, talvolta, smaccato.
Tanto per fare un esempio, l'iniziale
"Kernel Panic" non può non rievocare l'opera di
Rush,
King Crimson e
Opeth, ma il continuo e riuscito alternarsi di sonorità - oltre all'indubbia perizia strumentale - denota doti compositive encomiabili. Se
"As Decreed By Laws Unwritten" strizza l'occhio a
Cynic,
Meshuggah e death metal "old-school",
"Azagthoth" spiazza per le sue influenze oriental. La morbida (per quel che vale il termine) titletrack prelude a un altro episodio degno di nota che sfiora il progressive degli Anni Settanta e profuma di
Tool dal titolo
"In Turmoil's Swirling Reaches". Connotati oscuri, ipnotici e spigolosi caratterizzano
"Interstellar Boredom", prima di un'altra traccia al vetriolo come
"Chaos Theory And Practice" che punta tutto sul groove e dà un nuovo significato al concetto di "estremo". La chiusura è affidata all'epica
"Rise Of The Cephalopods", quasi 20 minuti di atmosfere sinistre ma incredibilmente affascinanti a cavallo tra
Dream Theater e Devil Doll.
Bello, senza se e senza ma.
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