Cambia il cantante -
Lean Van Ranna subentra ad
Ake N. Keartpanich - ma non cambia la sostanza della musica dei
Melodius Deite. Il power/progressive/symphonic metal dei thailandesi farà sicuramente la gioia di tanti nostalgici di certa musica molto in voga a cavallo del nuovo millennio fatta di "ritornelli ritornellosi", tecnica "a garganella" e doppia cassa "a elicottero" come se non ci fosse un domani.
Dopo il curioso e riuscito incipit medievaleggiante
"Exordium", è difficile non scorgere
Angra,
Helloween e
Rhapsody tra le note di
"Saint Michael" e della successiva
"Saint Raguel". In
"Saint Raphael" si fanno sentire le influenze progressive dei
Symphony X, mentre la componente neoclassica di
"Saint Gabriel" rimanda al repertorio dei
Dark Moor. Nonostante le soluzioni complessivamente più estreme,
"Saint Azrael" rievoca le atmosfere teatrali dei primi
Avantasia, prima della breve traccia acustica
"Aliquam". C'è profumo di
Therion (quelli di
"Theli" e
"Vovin") in
"The Lost Tales", così come aleggia lo spettro di
Malmsteen sulla più moderata
"Forever". Peccato per la conclusiva
"Genesis Of The 13 Olympians", 24 minuti strumentali un po'
adventure movie e un po'
tutorial sulle librerie VST per computer che tributano in maniera eccessivamente prolissa il lato più pomposo e "carico" di
Romeo e soci.
Tutto programmato dal precedente
"Epysode II: Voyage Through The World Of Fantasy". Pure il voto.
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