Cosa succede se due tra le band più valide della scena sludge uniscono le loro forze e decidono di registrare uno split album? Il risultato che ne deriva non può che essere molto simile a questo split tra
Primitive Man e
Unearthly Trance, che in 44 minuti ci propongono rispettivamente 2 e 4 tracce a testa. Dopo l'iniziale intro, si parte subito con i due brani dei
Primitive Man che sconquassano l'aria dapprima con la possente "Naked", un pachidermico concentrato di sludge, con chitarre distorte, feedback e la voce abrasiva di
Ethan McCarthy, per poi passare a toni più ambient/drone con la successiva "Love Under Will", pezzo dalla pulsante inquietudine e dal mood decisamente più disturbante.
Passando al lato riservato agli
Unearthly Trance, le cose tornano su binari già noti ai fan della band, che con l'ultimo lavoro in studio "Stalking The Ghost" è tornata di fatto in attività per la gioia degli amanti dello sludge: la band di
Ryan Lipynsky ci propone una manciati di brani fedeli allo stile della band e che in questa sede confermano di fatto la buona salute di cui gode la formazione statunitense, come si può evincere durante l'ascolto di "Mechanism Error" (a parere di chi scrive il brano più convincente dell'intero split) o di "Reverse The Day". Tra chitarre ribassate e distorte, basso pulsante e gracchiante e l'immancabile dualismo vocale di Lipynsky, diviso tra scream disumano e voce pulita e quasi lamentosa, i brani riescono nell'intento di catturare l'ascoltatore tra le loro spire e tormentarne la corteccia cerebrale. Da notare la chiosa di "418", dai connotati noise e nelle cui pieghe appare più volte lo spettro dei
Today Is The Day.
Il sodalizio artistico tra Primitive Man e Unearthly Trance si rivela quindi proficuo ed arricchisce le discografie di ambo le band con un lavoro che probabilmente interesserà solamente i fan più incalliti, ma che artisticamente parlando non fa che rimarcare lo status che le band hanno acquisito con il tempo.
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