Per chi ha vissuto i primi anni novanta gli
Unanimated insieme a
Dissection e Necophobic hanno costituito un trittico, un triangolo perfetto in cui concetti quali death, black e melodia si erano fusi in maniera mirabile donando – è proprio il caso di dirlo – a noi fortunati dei capolavori tali da segnare in maniera indelebile la musica estrema.
Tale stato di grazia purtroppo non è durato come tutti sappiamo, sui
Dissection si sono sprecati fiumi di inchiostro e non è il caso che ripeta cose già note, la carriera dei
Necrophobic ha avuto alti e bassi (e ancora alti con l’ultimo “
Mark of the necrogram”) mentre gli
Unanimated hanno fatto perdere le loro tracce per quasi tre lustri per poi ritornare alla ribalta nove anni fa col gioiellino
“In the light of darkness”. Ci si aspettava una ripresa stabile delle attività, invece l’album del 2009 si è rivelato una fiammata improvvisa a cui è seguito quasi un decennio di buio.
Potete quindi comprendere la mia sorpresa quando all’improvviso è stata annunciata l’uscita di
“Annihilation” per conto di
Century Media, un quattro pezzi che, stando a quanto riportato nelle note da
Richard Cabeza, è stato composto per ringraziare i fan che durante tutti questi anni non hanno mai mancato di supportarli e far sentire loro l’affetto.
Ringraziamenti che si concludono con una “bomba”: la band a fine anno farà uscire il quarto full-lenght della loro carriera, album cha attualmente non ha ancora un nome.
I quattro brani qui contenuti pescano a piene mani nel sound che ha fatto grande la band svedese,
“Adversarial fire” è una song tiratissima con un gran drumming dell’
Unleashed Anders Schultz farla da padrone, sulla cui base si rincorrono con riff taglienti la coppia
Deroueche/Bohlin arricchiti dalle classiche linee melodiche.
“From a throne below” parte forte per poi virare su ritmi più cadenzati, a mio avviso si avvicina molto alle produzioni dei
Watain – giusto per citare la band che più di tutte ha raccolto l’eredità dei nomi di cui sopra – un gran bel pezzo carico di trionfante malignità.
“Of fire and obliteration” è invece il pezzo più intenso del lotto, in cui si sovrappongono le malinconiche melodie di chitarra per quello che è un “interludio” prima della titletrack posta in chiusura dell’EP,
“Annihilation” è la summa di quanto espresso nei brani precedenti, aggressiva, dissonante ed oscura sembra saltata fuori direttamente dagli anni novanta. Per chi ama gli
Unanimated, una canzone decisamente rassicurante.
Non ci resta dunque che attendere fiduciosi -
“Annihilation” è un “aperitivo” che ha stuzzicato il mio appetito - sperando che la band trovi definitivamente quella continuità che le ha sempre fatto difetto.
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