Forse potrebbe sembrare esagerato, ma i norvegesi
Guardians Of Time, sono riusciti a mettere insieme un lavoro che se non sarà fra i Top Album del 2018, ci andranno sicuramente molto vicini.
"
Tearing Up The World" è il quinto disco della Power Metal band di Kristiansand, attivi dal 2001, dopo i primi tre album si poteva parlare tranquillamente di una band che sapeva fare il suo "compitino", ma nulla che potesse far pensare ai
Guardians Of Time come ad una band in grado di ottenere la giusta visibilità non solo in Norvegia.
Intanto la line-up della band ha subito diversi cambiamenti concentrarti sempre intorno ai due fondatori, il cantante
Bernt Fjellestad e il chitarrista
Paul Olsen, inoltre questo è il primo album che vede utilizzata una sola chitarra.
Ai due già citati si uniscono un nuovo batterista,
Jan Willy Aaraas e il ritorno di
Jonkis Werdal al basso, ruolo che aveva già ricoperto nell'album del 2011
"A Beautiful Atrocity".
La svolta però avviene nel 2015 quando la band pubblica
”Rage and Fire”, da qui in poi, come stiamo per vedere, la storia cambierà.
Pronti via, si parte in quarta con una tiratissima "
Tearing Up The World" che vede la presenza come guest di
Olve Eikemo meglio conosciuto come
Abbath, che influisce in modo decisivo dando alla canzone un apporto “estremo”, ovviamente termine da dosare con le dovute attenzioni.
La batteria è un elicottero mentre le parti di chitarra sfrecciano veloci e cattive.
Avete presente quando si dice: "questa canzone da sola vale l'intero album"?
Detto fatto, con la successiva
"Raise The Eagle" tutto sembra rientrare, negli schemi prettamente Power Metal, ritroviamo melodie e refrain semplici ma efficaci.
Ma dal minuto 2.45 poi è un susseguirsi di duelli di chitarra che si amalgamano alla perfezione creando un assolo sul quale è obbligatorio accompagnare con un coro epico alla prima occasione live!!!
"We’ll Bring War" e il trittico iniziale è servito!
Altra arma micidiale nelle mani dei
Guardians Of Time, la suggestione di ritrovarci fra le mani un top album inizia ad assumere i connotati di realtà.
Momento di pausa,
"Burning Of Rome" arriva proprio al momento giusto dopo un inizio così devastante.
Il brano di per se pur disponendo del solito refrain ispirato ha un fare più “rilassato” e
orientaleggiante, ma mai fine a se stesso in quanto si amalgama alla perfezione con ritornello e relativo work guitar, che ancora una volta spara degli assoli diretti e immediati!
"Kingdom Come”, la sintesi di come deve suonare una canzone Power Metal per essere perfetta, un pezzo dal sapore
easy-listening, poco più di tre minuti energici, refrain “Happy" che richiama alla mente qualcosa dei “vecchi”
Stratovarius, a voler trovare il pelo nell’uovo, la canzone dura troppo poco perché alla fine questo ritornello che si stampa nella mente e non esce più avrebbe meritato una maggiore valorizzazione.
Sono comunque dettagli.
Come per il precedente
“Rage and Fire”, l’artwork vede ancora una volta la firma di
Carlos Cabrera, e richiamando il tema del guerriero demone che attraversando il campo di battaglia semina morte e distruzione intorno a se.
Seppur si tratta di computer grafica devo dire che il il risultato finale è di impatto, attirando subito l’attenzione qualora ci si dovesse trovare in un negozio di dischi a spulciare i CD fra gli scaffali.
Del resto alzala mano chi non ha scoperto almeno una band anche grazie alla
copertina accattivante.
Sta per arrivare un “uno/due” micidiale, di quelli che fanno male, rullo di tamburi questo è l'inno alla sala dei guerrieri!
"Valhalla Awaits" episodio nel quale si respira
epicità in ogni singola nota, è la classica "canzone da battaglia" pronta a mieter vittime sotto il palco, il tocco di "growl" nel refrain conferisce alla canzone quel tocco di "cattiveria" in più che in questi casi fa sempre la differenza!
In
"Brothers Of The North" invece torniamo a cavalcare sentieri più "melodici" a partire dall’intro, proseguendo con il work guitar e passando per il refrain.
Power Metal di chiara ispirazione teutonica, che segue alla lettera tutti i
cliché che vengono richiesti in questi casi.
Come già avvenuto dopo il trittico iniziale, abbiamo ancora un momento di
pausa, questa volta con
"Light Won’t Shine", pezzo ben confezionato ma privo del mordente dei due precedenti episodi.
Arrivati a questo punto ci può stare!
Si riparte subito alla grande con una delle canzoni più attese dell'album fin da quando era stata annunciata la presenza come guest di
Tim Ripper Owens in
"As I Burn".
Niente da dire brano onesto in cui forse (a mio avviso) si sente poco la mano dell'ex
Judas, se non nel finale.
Abbiamo già parlato della canzone che da sola vale il prezzo dell'album?
Ecco in "
Tearing Up The World" ne abbiamo ben due, oltre la già citata
"Raise The Eagle" arriva il turno di
"Drawn In Blood", ma fate attenzione, non aspettatevi un altro pezzo epic/power Metal in senso stretto, tutt'altro.
Il brano, che dura poco più di tre minuti è concentrato principalmente su un riff basso/chitarra che accompagna la canzone dall'inizio alla fine.
Il ritornello decisamente accattivante fa il resto.
Siamo giunti all'epilogo di "
Tearing Up The World" con
"Masters We Were".
Sin dalla intro si percepisce l'inizio di una battaglia, in cui però non mancano i fattori che hanno dominato fino a questo momento, pur concedendo
qualcosa in diverso durante l'assolo di chitarra.
A voler essere pignoli, avrei visto meglio questa canzone inserita nell'album, lasciando l'onore della chiusura a
"Drawn In Blood" o meglio ancora a
"Brothers Of The North", insomma qualcosa di più immediato che ti lascia il segno e ti fa dire: "ma è già finito?"
In realtà se avete fra le mani la versione
Double Black Vinyl c'è ancora spazio per un'ultima sorpresa, la versione live di
“Empire”, brano che appare sul precedente album
“Rage and Fire”.
Dopo essersi fatti conoscere anche al di fuori dei confini norvegesi suonando diverse date in Spagna, Ungheria, Russia e soprattutto nella penisola balcanica, non ci resta che aspettare le prossime mosse live dei
Guardians Of Time, sperando di poterli ammirare anche nel nostro paese per quello che sarà senza dubbio un
Heavy Metal party.
L’album distribuito dalla
ROAR! Rock Of Angels Records è disponibile in formato
Digipack CD +
Double Black Vinyl ed è stato mixato e masterizzato in Svezia presso gli
Studio Fredman (
Dimmu Borgir,
Hammerfall,
In Flames,
Opeth,
Soilwork) dal legendario
Fredrik Nordström
2LP Black Vinyl:Side A: Tearing Up The World - Raise The Eagle - We’ll Bring War
Side B: Burning Of Rome - Kingdom Come - Valhalla Awaits
Side C: Brothers Of The North - Light Won’t Shine - As I Burn
Side D: Drawn In Blood - Masters We Were - Empire (Live Bonus Track)