La scena estrema messicana forse non è molto nota al di qua dell’oceano, eppure è brulicante di band come
Denial, Soulrot, Zombiefication, Deidad e…. i
Morbid Messiah.
Il quartetto giunge al debutto con “
Demoniac paroxysm” per
Memento Mori dopo aver ottenuto discrete attenzioni un paio di anni fa con la pubblicazione dell’ep
“In the name of true death metal”, titolo che già dice moltissimo sulla natura del combo tricolore.
I nostri si muovono nelle coordinate di un death metal primigeno, cimiteriale e plumbeo con lo sguardo rivolto costantemente alla musica uscita a fine degli anni 80 - quando ancora il genere non era completamente codificato.
Musicalmente parlando, i
Morbid Messiah hanno le idee chiare, vicine a quelle dei più noti
Sadistic Intent per intenderci o primi
Autopsy, per
“Demoniac paroxysm” hanno optato per una produzione molto scarna, con un suono di batteria molto secco senza trigger, inoltre la registrazione delle chitarre appare piuttosto sottotono, sovrastate da quello delle pelli e del cantato. Voluta o meno, purtroppo penalizza non poco il giudizio complessivo dell’opera perché queste si sentono chiaramente solo quando il singer
Josè Rivas non vomita le sue liriche in gorgoglii al limite della comprensione.
Death metal decisamente crudo il loro, eppure qualche spunto interessante si riesce a trovare come in
“Devoured by darkness” o nella lunga conclusiva
“Morbid messiah/Morbid invocation” in cui il climax funebre giunge al suo apex grazie anche ai fetidi elementi doomeggianti che ne costituiscono l’ossatura portante per quasi cinque minuti prima di esplodere nel finale.
Band da rivedere nel prossimo futuro.
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