Nel commentare positivamente il primo demo-cd realizzato dai Lymph of Wisdoom nel 2001, esprimevo anche la convinzione che il gruppo piemontese necessitasse di fare chiarezza sulla propria reale identità, allo scopo di effettuare un'auspicabile salto di qualità. Infatti i quattro brani presenti in quel lavoro erano certo interessanti ma slegati tra loro, privi di una coerenza stilistica comune. Disinvoltamente si passava dall'hard rock classico alle variazioni stonerizzate, dagli accenti metal alla sfibrante osurità doom, con il risultato di offrire l'immagine di un trio dalle buone potenzialità ma ancora troppo indeciso nell'utilizzare al meglio il proprio bagaglio d'influenze eterogenee.
Moltissimo tempo è trascorso da quel primo tentativo, anni sfruttati dagli astigiani per trovare il giusto assestamento e soprattutto per effettuare scelte precise e presumibilmente definitive.
Testimone di ciò è il nuovo lavoro "Listen!", il quale oltretutto comprende ben cinque canzoni che formeranno l'ossatura dell'album d'esordio ufficiale previsto per l'anno in corso. Spariscono dal sound le componenti doomeggianti ed anche gli accenni heavy metal sono ridotti ai minimi termini, mentre si impone in maniera netta l'impostazione puramente rock, con puntate sia verso la tradizione hard che verso le derivazioni stoner.
Emerge con altrettanta evidenza la decisione dei Lymph of Wisdoom di perseguire una certa semplicità nelle soluzioni, evitando esplorazioni intricate per abbracciare una linea robusta e diretta, con qualche moderata concessione alla ruvidità esecutiva.
Entrando nel dettaglio, l'iniziale "Go down" è un'efficace mid-tempo d'impatto dal tiro roccioso che pare occhieggiare all'area heavy-stoner. Ottimo brano che alterna bene il riff muscolare e cadenzato e le aperture melodiche, esaltate da un ritornello piacevolmente orecchiabile.
Segue una cover dei Depeche Mode all'insegna di risvolti dark e di un'atmosfera lievemente autunnale, versione discreta ma poco omogenea al tono generale del disco, ed una stringata e battente "Insane", episodio dai connotati energici ed aggressivi ma non particolarmente incisivo.
Ben altro livello d'interesse per la successiva "Lost in space", a mio parere il momento più eccitante del lavoro. Un morbido slow che evoca vivide immagini di solitudine nella profondità cosmica, illuminandole di velata malinconia e inserendo sinuose vibrazioni psych appena accennate. Forse un pizzico di insistenza nella fase vocale, ma è sicuramente il passaggio di maggior intensità e indica una strada da percorrere ancora in futuro.
Nel finale, "The summer of pain" riporta il discorso sul rock aspro ed essenziale divenuto basilare per la personalità dei Lymph of Wisdoom. Un incedere cadenzato, regolare e privo di frettolose accellerazioni, chitarre ruvide e bellicose, voce graffiante, qualche spunto solistico molto contenuto, la band si limita alle cose che sa fare meglio e senza propositi di risultare strabiliante, il metodo ideale per realizzare un lavoro solido e positivo.
Chiusura affidata al breve excursus romantico "Still down", semi-ballad notturna utile più che altro per dimostrare l'esistenza di un lato più riflessivo del trio ma comunque piacevole episodio d'atmosfera.
Dunque ritrovo i Lymph of Wisdoom decisamente cresciuti e maturati, ora muniti di una struttura rock dai contorni definiti, magari a tratti sin troppo lineare ed asciutta ma con una sostanza tale da giustificare la loro ambizione di cimentarsi presto sulla lunga distanza. Vi sono ancora margini di miglioramento, vedi una maggior spregiudicatezza nelle fasi strumentali, però il gruppo padroneggia già i mezzi per ritagliarsi un proprio spazio nella scena nazionale e crea le premesse perché il primo album venga accolto con curiosità ed interesse.
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