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Moonreich, band parigina attiva ormai da un decennio, sono da sempre inseriti nello spettro dei gruppi black metal.
Fugue, il quarto full-length realizzato dalla band, se proprio lo si vuole definire black trattasi però di una delle tante derivazioni e contaminazioni sfuggevoli di cui oggi il genere risplende (o risente), a seconda dei punti di vista.
Non ci sono sonorità grezze, non ci sono atmosfere cupe ed opprimenti. Ci sono chitarre dissonanti, come ormai tipico del black di scuola francese, anche se dispensate in maniera più misurata, e c'è una batteria inarrestabile, con blast beats implacabili. Ma la voce sembra molto più vicino ad un cantato hard core piuttosto che ad uno screaming black. L'evoluzione dei Moonreich nel corso degli anni è indubbiamente approdata verso una soluzione che mantiene salde le radici negli stilemi del genere abbigliandosi però di una certa modernità.
La proposta si caratterizza per un songwriting molto articolato e continui cambi di tempo, indice della grande maturità stilistica raggiunta dalla band. Succede però che la lunghezza dei brani, un paio vanno anche oltre i dieci minuti, la continua variazione e la complessità narrativa posso far perdere d'impatto all'album nel suo complesso. E anche la prova infaticabile di L. alla voce, con il suo urlato esasperato, alla fine potrebbe stancare e risultare monotono.
Vi sono certamente dei punti di luce molto validi all'interno dell'album, che oltretutto gode di una produzione ottima e molto ben equilibrata.
Fugue Pt. 1: Every Time She Passes Away, il brano iniziale, è un ottimo biglietto di presentazione per i Moonreich, mettendo subito in chiaro quali sono le dinamiche della band. Assalti feroci, riff pesanti e corposi, cambi di velocità continui e linee di chitarra e basso molto articolate. Molto interessante anche la seconda parte,
Fugue Pt. 2, dove l'offensiva sonora concede una tregua e le atmosfere si fanno più dilatate, mentre un'inquietante presenza vocale, ampiamente distorta, si insinua su melodie rarefatte.
I brani successivi sono un attacco feroce e continuo che procede integerrimo sulla formula già specificata.
Fugue è un lavoro interessante, denso di spunti e con una caratterizzazione molto personale. Rimane però in bilico tra la volontà di aggredire attraverso muri sonori spietati e violenti e un esercizio di creatività a tratti quasi eccessivo.
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