Amici del buon gusto, devoti del bon-ton, amanti delle cortesie per gli ospiti, questa recensione non fa per voi perché i
Lividity sono tornati a bussare alla nostra porta con un nuovo, scintillante, centrifugato di deaht/grindcore aromatizzato con oscenità assortite.
Per chi non conoscesse la band fondata da
Dave Kibler, si può riassumere con poche parole dicendo che i
Lividity seguono il percorso tracciato da act storici quali
Cannibal Corpse, Dying Fetus, Broken Hope (e
Suffocation nelle parti più rallentate) estremizzandone le grottesche tematiche porno/gore/brutal.
Capito mi avete?
“Perseverance” legna che è un piacere – molto probabilmente la loro migliore prova in studio grazie anche al lavoro dietro la consolle del produttore
Dan Klein – triturando come una motosega impazzita in una orgia di blastbeat e riff affilati come rasoi. Il death/brutal della band è lineare ma dal forte impatto, non mira a stupire con chissà quali esercizi di stile ma punta su concetti semplici ma eseguiti con criterio e potenza:
“Cumming with labial pulp”, “Bitch cunt fuck”, “Parasitic infestation”, “Whore destroyer”, “Pussy lover-salvation” sono da manuale in cui ogni cosa è posto giusto.
Un lavoro in cui freschezza e ispirazione vanno di pari passo, “
Perseverance” è l’album della maturità dei
Lividity, un disco da far trovare sotto l’albero di Natale ai deathster più incalliti.
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