Gli
Sky Empire mi ricordano i primi
Circus Maximus, quelli che dichiaratamente (e smaccatamente) scimmiottavano i
Dream Theater dell'era
Moore. Gli inglesi però hanno fatto di meglio - se così si può dire - avendo sfiorato il plagio in più di un'occasione con il qui presente
"The Dark Tower".
Sappiate che ad attendervi c'è poco meno di un'ora e mezza di musica eseguita a velocità supersonica
impreziosita da una produzione a dir poco nostalgica. Troverete
"Six Degrees Of Inner Turbulence" - e un pizzico di
Threshold - nell'introduttiva
"Marionette", intere sezioni di
"Awake" e del
"Michael Romeo Songbook" nelle successive
"The Wind, The Sand, The Stars" e
"Champion Of Light" (che si poteva intitolare direttamente
"Lie"),
"The Ministry Of Lost Souls", "Blind Faith" e
"Octavarium" in
"Sorcerer's Apprentice". Ma l'apoteosi viene raggiunta con la titletrack, 27 minuti di idee letteralmente scippate a
"The Dance Of Eternity", "A Change Of Seasons" e
"In The Name Of God".
Quando una band all'esordio punta tutto sulla personalità.
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