Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:36 min.
Etichetta:Independent

Tracklist

  1. (THE MIND ASLEEP)
  2. THE MIND AWAKES
  3. COME WHAT MAY
  4. KING OF TREACHERY
  5. SICKEST BREED
  6. THE KEY
  7. HERALDS OF NEW BELIEFS
  8. WIND SPIRIT

Line up

  • Agravain: guitars, vocals, samples, percussion
  • Lala Gabarth: bass, vocals (backing)
  • Anagoor: bass
  • Dagonus: guitars (lead)

Voto medio utenti

Qui su Metal.it vi avevamo già parlato dei romani Second Brain, la prima volta nel lontano 2010 in occasione del primo incerto demo "Into The Circle" e successivamente nel 2014 con il loro primo album "Synthesis", un disco assai difficile da inquadrare per le molteplici sfaccettature ed influenze che però risultavano ben amalgamate tra loro ed assai valide all'ascolto.

Sono passati ben sei anni da allora ed oggi ritroviamo la formazione capeggiata da Agravain e Lala Gabarth, da sempre anima e cuore del progetto, col nuovo "The Mind Awakes", ancora una volta un lavoro assai particolare ed interessante, al quale è dovuto ben più di qualche ascolto distratto.

Sono immediatamente ben disposto, ancora una volta, nei confronti della loro musica sin dall'iniziale title track, posta praticamente come opener dopo la breve intro "The Mind Asleep" che con echi dei primi Dark Tranquillity mi rimbalza indietro nel tempo, alle produzioni magari più artigianali di una volta ma che avevano un cuore e soprattutto un'identità ed una personalità ben precisa, al contrario di quelle odierne, tutte identiche ed iper compresse, bel regalo che la loudness war ci ha confezionato negli ultimi anni. Ad onor del vero le chitarre ne escono fin troppo indebolite e poco spesse ma meglio così che la soluzione opposta.

Come nelle scorse esperienze, anche "The Mind Awakes" ha l'onore e l'onere di mischiare insieme diversi stili ed influenze, che vanno da un approccio pressochè death metal per quanto riguarda la voce, a ritmiche di sapore thrash "intelligente", e qui tiro nuovamente fuori i due mostri sacri del genere ovvero Voivod e Coroner, partiture progressive, inserimenti di tastiere ed archi, un uso moderato della voce femminile, questo tanto per tranquillizzare chi è estenuato dagli abusati gruppi "female fronted metal"

Sperimentazione senza esagerare nel nonsense, è sempre stato questo il punto forte dei Second Brain che tengono saldo in mano il concetto di "brano", salvaguardandolo, mentre cercano di infondere tutto il loro estro nelle varie composizioni, talvolta in maniera più convincente, talvolta con risultati meno soddisfacenti, anche se in generale il giudizio è più che positivo, con una nota di merito agli assoli sempre affilati come rasoiate e con un ottimo gusto.

"Come What May", con il suo incedere rabbioso e malinconico, insieme alla citata title track e la violenta "Heralds of New Beliefs", probabilmente il brano più estremo e canonicamente legato alla scena swedish, sono gli episodi migliori di un disco nuovamente assai interessante, basato essenzialmente sul contenuto e molto meno alla forma, e per questo "condannato" ad una nicchia all'interno di una nicchia.

Molto elitario, ma assolutamente di qualità.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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