Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2019
Durata:51 min.
Etichetta:Art of Propaganda

Tracklist

  1. INTRO
  2. AUGENBLICK
  3. DIE WEGE
  4. EIN STüCK VERZWEIFLUNG
  5. DER BLICK WIRD LEER
  6. LIEBKOSUNG DES EISWINDS
  7. DU WäRST EINE SCHöNE LEICHE
  8. ATEMZUG

Line up

  • L.G.: guitars, bass, vocals, synths

Voto medio utenti

Die Menschen sterben, und sie sind nicht glücklich...

Ho guardato a lungo la copertina di questo album. E a lungo ho atteso. Come per uno strano sentire. Amo molto gli Ellende, per la loro poetica delicata e intensa della natura e della solitudine, per il loro atmospheric post-black fatto di rabbia e bellezza, per le loro melodie malinconiche pregne di grazia struggente.

Lebensnehmer, terzo full-length della one man band austriaca, arriva a tre anni di distanza dal precedente Todbringer, album meraviglioso che, fondendo sapientemente un black metal disperato con gli strumenti della tradizione classica quali pianoforte e violino, ha consacrato gli Ellende nella loro unicità.
Lebensnehmer ha però qualcosa di diverso. In qualche modo i toni si sono inaspriti, come è facile intuire già dall'artwork. Non più i familiari paesaggi montani di Rückzug in die Innerlichkeit, avvolti da foschie e inquietudini, non più i decadenti suonatori di viola di Todbringer, che su erba e roccia posano scheletriche spoglie. Ma un tema diverso, di battaglia e morte. E ciò che prima era estetica della solitudine diviene qualche cosa di più fine a se stesso, quasi più sterile oserei dire.

I brani, spogliati delle componenti che tanto li avevano caratterizzati nei lavori precedenti, virano verso un black metal più classico, anche se sempre permeato di profonda malinconia, perdendo l'impatto emotivo cui eravamo abituati con gli Ellende. E mentre alcuni riff suonano quasi ruffiani, con i loro ritornelli accattivanti, si deve riconoscere una certa maturazione nella composizione. I brani, tutti di lunga durata, denotano un songwriting più articolato e complesso, e sicuramente degno di nota è l'apporto di P.F. alla batteria.
C'è però una certa mancanza di organicità nel tessuto dell'album, i brani strumentali, ad esempio, non si armonizzano perfettamente nel contesto.
E per trovare pieno appagamento, bisogna arrivare alla fine dell'album. Ametzug, il brano conclusivo, si apre con una bellissima introduzione di pianoforte, che lascia il posto a riff serrati e struggenti, melodie malinconiche, a un cantato pieno di sofferenza ma anche ad una grande energia e dinamicità.

Lebensnehmer è sicuramente un buon lavoro, molto curato e con una produzione eccellente, ma lascia il rimpianto di album sicuramente più grezzi, meno elaborati, ma più autentici. E mi costa molto ammetterlo...
Recensione a cura di Burned_byFrost

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