In un’epoca di grande e agevole disponibilità musicale, è sempre più difficile dedicare il tempo “giusto” ad un’incisione, assaporarne con calma la dovizia dei particolari, la generosità degli arrangiamenti e la proporzionata bellezza delle armonie, suddivise tra grazia e
verve.
Con un approccio di questo tipo, dischi apparentemente solo “molto belli” diventano straordinariamente appaganti, gratificando l’astante per quel “tempo di qualità” che ha voluto concedere ad artisti ancora capaci di curare con meticolosità, buongusto e innata sensibilità ogni loro prestazione.
Tra questi “eletti”si segnala, senza possibilità di smentita, un autentico
Maestro delle sonorità levigate ed eleganti, un musicista (e produttore e compositore, …) sopraffino, in grado, sotto la denominazione
Michael Thompson Band (ma la sua carriera è davvero “impressionante” …) di regalare all’avida comunità degli
chic-rockers un capolavoro come “
How long” e poi, dopo circa vent’anni, un altro spaccato di pura classe sonora denominato “
Future past”.
Il nuovo “
Love and beyond” arriva in questo favoloso aprile 2019 (un mese veramente proficuo per la
Frontiers Music e per gli appassionati del settore …) a confermare il ruolo
elitario di una formazione che, con i nuovi prestigiosi innesti di
Larry Antonino e
Guy Allison degli Unruly Child, sembra accogliere, almeno rispetto al recente passato, un’ulteriore dose di slancio espressivo.
Forte di un’adeguata cornice (albo prodotto dallo stesso
Thompson e
mixato e masterizzato dallo “storico”
Wyn Davis … a voler essere pignoli è rilevabile appena un pizzico di squilibrio nella resa acustica tra le varie tracce …) il suono soggioga l’astante attraverso interpretazioni intense e vellutate, a dimostrazione che, potendo contare su una monumentale maturità espressiva, per “colpire a fondo” non sono per forza necessari
riff “incendiari” o parossismi ritmici.
L’opera vive di atmosfere illuminate da un’elettricità soffusa e sofisticata, alimentata da una chitarra enormemente vitale, incisiva e funzionale, avvolgenti tasti d’avorio e da esibizioni vocali di notevole intensità e suggestione, con il confermato
Larry King (già apprezzato su “
Future past”) dei Soleil Moon a conquistare il proscenio con le sue vibranti intonazioni.
I contributi di
Mark Spiro (in “
Supersonic” e “
Flying without wings”, pezzi ai quali ha altresì prestato il suo illuminato pennino) e dello stesso
Antonino, incorporano intriganti sfumature canore all’interno di un programma colmo di brani “balsamici”, legati tra loro da fascinosi interludi strumentali e unanimemente avvincenti, tra illanguidenti “carezze” e piccole, misurate, e tuttavia significative, “zampate”.
La briosa
title-track dell’albo, lo splendore
poppettoso di “
Save yourself” e il tocco Unruly Child-
esco di “
Passengers” sono solo l’inizio di un’abbagliante ostentazione di superiore
savoir-faire, che in “
Supersonic” si colora di vaporosa orecchiabilità, in “
Don't look down” e “
Love was never blind” diventa più
rootsy e con “
Far away” e “
Flying without wings” farà sobbalzare il “cuoricino” dei
fans di Foreigner e Bad English.
La grande tradizione
West-Coast-iana evocata in “
Just stardust” e il toccante romanticismo di “
What will I be without you” aggiungono altra radiosa luminosità armonica a un
album che con “
Starting over” mostra di sapersi accostare anche a situazioni “radiofoniche” maggiormente contemporanee, senza per questo snaturare le caratteristiche di un gruppo che ha fatto dell’immacolata e ricercata filosofia "adulta" il suo nobile
trademark.
Insomma, a beneficio di chi predilige la sintesi, diciamo che la
Michael Thompson Band, indifferente alla caducità delle mode, continua a lasciare segni importanti (sebbene oltremodo sporadici, purtroppo …) nella “scena” e che “
Love and beyond” è un acquisto prioritario per ogni attento estimatore del
rock melodico "colto".