Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2019
Durata:57 min.
Etichetta:Argonauta Records
Distribuzione:Soulfood

Tracklist

  1. PLEASE
  2. DO
  3. HALLUCINOGENS

Line up

  • Thomas Santarsiero: bass
  • Matteo Anguillesi: guitar
  • Vanni Anguillesi: drums

Voto medio utenti

Esordio potente ma anche disorientante per questo terzetto toscano.
La band nostrana esordisce sotto l’ala della mitica Argonauta Records, che in queste sonorità è sinonimo di garanzia.
Un disco d’esordio che pur composto di tre pezzi mediamente lunghi, attraverso un’esperienza sensoriale completa fatta di watt, riti ancestrali ed echi da altre dimensioni ti porta oltre.
L’opener “Please”, é una cerimonia transdimensionale, non trovo termine più adatto per descrivere questo brano.
Tappeto di synth, basso percettibile e percussioni rituali in questo cerimoniale; aperture doom possenti a tutto watt ma con effetti di taglio spaziale ad aumentare il tasso acido della proposta.
Ma non è tutto, la voce è un eco riverberato lontano che si scaglia contro il muro sonoro dei riff, il brano prende poi una coda più ritmata con rullate in mezzo alle ondate soniche .
Do”, sembra l’antitesi del brano precedente; un rito sacro fatto di voci femminili che uniscono vocalizzi melodici e sacrali a campanelli monastici.
Il tono della voce viene ampliato da echi e volumi diversi a dare un senso disorientante e atmosferico, in lontananza si sente un basso ricamare accordi con percussioni lente e ritmate.
Gli effetti usati dal trio aumentano la dose verso una rottura sonora con un solido muro doom fatto di chitarre che si lanciano in solos e andatura pesante e colma di acido sensoriale.
La conclusiva “Hallucinogens”, parte lenta con basso ipercompresso, organo e batteria a dare il tempo a questo brano ricco di effetti e riverberi dal taglio spazio-temporale.
I vocalizzi anche qui trattati e lontani rispetto all’impianto sonoro sono urlati come un rito antico, sacrale e si sciolgono nelle percussioni orgiastico/sonore con un tappeto di tastiere fino alla conclusione bruciante di stoner/doom.
Un disco intenso, dove i brani anche se pochi hanno tantissima sostanza, un viaggio sacrale dove lo spazio non ha confini ed il rumore diviene suono.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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