I pisani Str8 giungono al debutto grazie alla Rising Works di Frank Andiver, ex batterista dei Labyrinth, il quale ultimamente ha un gran bel da fare con le sue attività di produttore e titolare di varie etichette.
Il sound della band è un metal moderno, chiaramente debitore del thrash metal, ma che non disdegna ulteriori influenze, come il funk ad esempio, chiaramente rinvenibile nelle ritmiche di “Doom”, o comunque un certo mood “crossoveristico” di più ampio respiro, dove la melodia non cede mai il passo a ritmiche sostenute e vocals aggressive.
La produzione è pulita e potente, e da un qualcosa in più alle composizioni, ma ciò che manca a questi ragazzi sono le canzoni. Pochi infatti sono i momenti veramente coinvolgenti e convincenti. Spesso le songs sembrano ripetersi, mancano di quella scintilla che accenda il dinamismo e renda le composizioni travolgenti, inarrestabili. Spesso la band preferisce perdersi i mille rivoli, che a volte hanno anche il lor pregio, come ad esempio “Forever” oppure “Inside The Room Of My Heart”, una sorta di placida ballad elettrificata.
Questo “Soul Inside?” è un disco che forse ha bisogno di più ascolti per essere recepito, non essendo un disco d’impatto, ma al tempo stesso questa mancanza d’impatto affossa un po’ le composizioni, se si eccettua episodi come “The Cage” e “Pain”. In definitiva gli Str8 alternano alcune cose molto buone ad altre un po’ meno, e forse pagano anche il fatto che il disco è abbastanza lunghetto. Un paio di canzoni in meno avrebbero di certo giovato a questo disco.
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