È un ritorno in grande stile quello dei norvegesi
Magic Pie. Non che in passato ci avessero abituato ad album scadenti, tutt’altro, ma questo
“Fragments Of The 5th Element” è un centro pieno nella discografia di
Kim Stenberg e soci.
5 brani per 48 minuti di musica, il “contenitore” ideale per questo progressive rock dinamico, melodico, ottimamente suonato - e mai eccessivamente cervellotico - che strizza l’occhio all’AOR (
“The Man Who Had It All”, “Table For Two”), al funky (clamoroso
Erling Henanger su
“P&C”) e al blues (da applausi la performance del sopraccitato
Stenberg su
“Touched By An Angel”, supportato da un’interpretazione vocale degna del miglior
David Bowie a opera di
Eirikur Hauksson).
Se nella prima metà del full-length siamo stati “travolti” da un sound a metà strada tra
Kansas e
Cats In Space, nella conclusiva ed epica
“The Hedonist” facciamo invece ritorno verso territori più propriamente heavy/prog, con un incipit che profuma di
“2112” dei
Rush e un’evoluzione equilibrata e godibile a cavallo tra
Transatlantic e
Dream Theater.
Bravi davvero.
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