Hollow Haze - Between Wild Landscapes And Deep Blue Seas

Copertina 6

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2019
Durata:51 min.
Etichetta:Frontiers Records

Tracklist

  1. DESTINATIONS
  2. OBLIVION
  3. IT'S ALWAYS DARK BEFORE THE DAWN
  4. THROUGH SPACE AND TIME
  5. I WILL BE THERE
  6. THE UPSIDE DOWN
  7. NEW ERA
  8. A DIFFERENT SKY
  9. RESURRECTION
  10. YOUR ARE MY END AND MY BEGINNING
  11. BEHIND THE WALL

Line up

  • Fabio D: vocals
  • Nick Savio: guitars
  • Dave Cestaro: bass
  • Paolo Caridi: drums

Voto medio utenti

Hollow Haze, capitolo settimo (si tratta difatti del disco numero sette per i veneti)...da dove cominciare? Ma naturalmente dall’ennesimo cambio di line-up che ha coinvolto la band fondata dal chitarrista Nick Savio nell’ormai lontano 2003 e che registra, per questo nuovo album dall’affascinante titolo Between Wild Landscapes And Deep Blue Seas, l’ingresso del drummer Paolo Caridi (reduce dall’esperienza con gli Sweet Oblivion di Geoff Tate) ma soprattutto del dotatissimo singer Fabio Dessi (già vocalist degli Arthemis), che vanno ad affiancarsi al fedele bassista Dave Cestaro.
Ad essere onesti, quando ho appreso di questi due nuovi innesti, conoscendo la bravura di tutti i singoli membri, le mie aspettative sono (erroneamente?) cresciute a dismisura ed ero praticamente convinto che i nuovi Hollow Haze avrebbero dato alla luce un album potente e graffiante come pochi, oltre che tecnico, secondo la più classica tradizione del power metal nostrano, rispolverando i tempi di Countdown To Revenge, a tuttora il punto più alto della discografia del gruppo, grazie anche alla presenza del grande Fabio Lione dietro il microfono.
A conti fatti invece, e lo dico con un briciolo di rammarico, l’elemento predominante di Between Wild Landscapes And Deep Blue Seas è la cura (quasi maniacale) per la melodia, che viene risaltata dalla voce di Fabio D., dalle orchestrazioni, ma anche dalla sezione strumentale che ricama trame più simili all’AOR piuttosto che al power metal. Sia chiaro, l’album non è assolutamente brutto anzi è anche piacevole ma francamente, considerando ciò che personalmente mi ero immaginato, dopo i primi ascolti in cui ho cercato di autoconvincermi che forse la mia impressione era eccessivamente critica, ha prevalso un pizzico di delusione; certo, non mancano i brani incisivi come le iniziali Destinations e Oblivion, tuttavia quando poi ci si imbatte in pezzi come la regolarissima ballad I Will Be There, oppure in The Upside Down, nell’uniforme Resurrection, o in You’re My End And My Beginning, tutte tracce piene di buone intenzioni, che però poi sfociano sempre in quel mare di “melodia zuccherosa” fine a sé stessa, che trova forse il suo apice nello stucchevole refrain di It’s Alway Dark Before The Dawn, si rimane decisamente spiazzati per l’eccessiva omogeneità delle canzoni e per la massiccia importanza riservata alle linee melodiche, il tutto a scapito della tecnica, della sostanza e anche dell’intensità. Eppure i nostri di potenzialità ne hanno eccome, perchè quando decidono di tirare fuori gli artigli e "graffiare" dimostrano di saper lasciare il segno, è il caso di Through Space And Time, oppure della potente New Era (in cui Savio dà il meglio di sé grazie ai suoi assoli), dell’intensa A Different Sky, o della conclusiva Behind The Wall, tutti pezzi in cui la melodia non manca di certo ma, in questi episodi, la band riesce a fonderla alla perfezione con le parti più aggressive, mostrando tutte le proprie abilità ed una ritrovata ispirazione.
Insomma, per dirla in maniera grezza e senza peli sulla lingua (non me ne vogliano nè Nick, nè tantomeno Fabio, per i quali ho una stima immensa) è come se la band, con questo nuovo lavoro, si fosse limitata a svolgere il classico “compitino”, o quantomeno, questa è l’impressione di chi scrive, ci sono buone idee sparse qua e là per tutto l’album, ma avrebbero potuto a mio modo di vedere, essere sviluppate decisamente meglio, si sarebbe inoltre potuto dare maggiore risalto alla sezione ritmica, rendendola magari più irregolare e varia ma, a onor del vero, va anche ricordato come la line-up della band sia stata recentemente rinnovata per metà e che il disco sia stato partorito in un tempo relativamente breve quindi, se in futuro non ci saranno altre rivoluzioni in casa Hollow Haze, è lecito attendersi che nei prossimi album le grandi potenzialità dei singoli componenti vengano espresse decisamente meglio.




Recensione a cura di Ettore Familiari

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.