Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2019
Durata:40 min.
Etichetta:(R)esisto

Tracklist

  1. OXIDIZE
  2. INSIDE ME
  3. BACKBONE
  4. SOAP BUBBLES
  5. HUNDREDS OF SCARS
  6. INHALE
  7. OUT THERE
  8. I’LL BE THERE

Line up

  • Cristian Longhena: vocals, guitar
  • Alessandro Biasi: guitar
  • Stefano Ronchi: bass
  • Luca Prandelli: drums

Voto medio utenti

E’ già successo e sono convinto (oggi sono stranamente ottimista …) accadrà di nuovo: sarà l’underground ad apportare qualche importante “novità” alla scena musicale contemporanea, eccessivamente pavida e in piena stagflazione.
Nell’attesa di tal evento, per affrontare al meglio questo periodo di transizione, al musicofilo non rimane che affidarsi a chi sa far funzionare al meglio quello che già esiste e allora ben vengano gruppi come quello degli Hunternaut, che emergono dalle cantine bresciane per proporre un’efficace miscela di rock “alternativo”.
I loro modelli si chiamano Pearl Jam, Alice In Chains, Stone Temple Pilots, Creed, Staind e Tool e anche se in “Inhale” è rilevabile tanta “devozione” e poca “rivoluzione”, ogni suo brano è piuttosto ben strutturato ed equilibrato nei vari elementi tipici del genere.
Sostenuto da una pulsante sezione ritmica e fomentato da chitarre frementi (plauso speciale al gran lavoro svolto) e dal bel timbro vocale di Cristian Longhena, il disco combina, infatti, solidità, introspezione e catarsi, riuscendo a conservare una certa tensione espressiva per tutta la sua durata, un elemento indispensabile per catalizzare l’attenzione dell’ascoltatore.
Oxidize”, “Inside me” e “Backbone” sono brani ricchi di pathos e la medesima caratteristica è riscontrabile nelle ballate “Soap bubbles” e “Hundreds of scars” (appena un pizzico prolissa, invero), alimentate da un lirismo intenso e coinvolgente.
Il pezzo che dà il titolo all’albo è un eccellente esempio di ruggente e magnetica inquietudine (figlia dei maestri Tool), mentre decisamente meno convincenti appaiono le digressioni languide di “Out there”, spazzate via dalla poderosa “I’ll be there”, un vortice di Seattle-sound dai connotati piacevolmente Pearl Jam-eschi.
Un debutto godibile, insomma, adatto ad “ingannare il tempo” aspettando qualche significativo segnale d’evoluzione …
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.