Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2019
Durata:36 min.
Etichetta:Century Media Records
Distribuzione:Sony

Tracklist

  1. TORMENT REMAINS
  2. ELIMINATION
  3. HELL IS MY HOME
  4. BOWELS OF EARTH
  5. BOURBON NIGHTMARE
  6. FIT FOR A KING
  7. WORLDS APART
  8. THROUGH THE EYES OF THE GODS
  9. I'LL NEVER GET OUT OF THIS WORLD ALIVE (HANK WILLIAMS COVER)
  10. TO ETERNAL NIGHT
  11. BACK AT THE FUNNY FARM (MOTöRHEAD COVER)

Line up

  • Olle Dahlstedt: drums
  • Nico Elgstrand: guitars
  • L-G Petrov: vocals
  • Guilherme Miranda: guitars

Voto medio utenti

Vedere le baruffe tra ex membri di uno dei più seminali gruppi di death metal svedese, mi ha fatto portare con la memoria ai programmi trash nostrani con i vari tronisti/e.
Ora che le beghe sono risolte; abbiamo due band portatrici di un unico nome con la differenza che gli altri hanno inserito fin dal ritorno due letterine in più.
Ma non é tutto, gli ex membri fuoriusciti, non per soldi, ma per denaro hanno pubblicato recentemente un live suonando per intero un capolavoro della band originaria, ma con uno spirito che ve lo raccomando; invece la coerenza dell’ex singer tornato con il terzo disco dopo lo zoppicante album del 2016, il deludente Dead Dawn, mi ha fatto entusiasmare per la genuinità.
Si parte in quarta con l’opener “Torment remains” e credetemi, qui ci sono i più veraci Entombed!
Brano segaossa, veloce, possente con le chitarre che distruggono tutto a colpi di saw guitars; il nuovo entrato nella formazione Guillherme Miranda si é integrato benissimo e tra rallentamenti spaccacollo e progressioni il brano si conclude.
Ma non é tutto, “Hell is my home”, tira fuori il famoso “tupa tupa style”, con un riff serratissimo che più profumato di morte non si può; il grande LG Petrov nonostante la panza d’ordinanza e una perdita sempre più incipiente di capelli, ha un ruggito da maledetto e i cori nel chorus impreziosiscono il tutto.
Ditemi se resisterete al distruttivo rallentamento messo a inframezzare il brano, io ho continuato a fare headbanging, perché ti trascina con le chitarre dissonanti e quel solo melodico nell’accelerazione; goduria massima.
Tanto per capire che aria tira, la titletrack é introdotta da un arpeggio dissonante e note grevi di piano che sembrano uscite da un horror nostrano.
Poi ecco la cavalcata death metal, serrata e distruttiva; non stupitevi dell’armonizzazione posta nel solo, é un tributo al metal classico per poi sfociare nel solo più tradizionale.
E dato che i nostri sono gli inventori del death n’ roll, eccolo nella veloce, abrasiva e divertentissima “Bourbon nightmare”; brano in up tempo grintoso con un profumo “southern” in alcune parti di chitarra.
Concludiamo in bellezza con “To eternal night”, brano soffocante, death/doom; pesantezza, chitarre dal sapore sabbathiano che riportano i tempi belli, e soprattutto quelle atmosfere orrorifiche che i veri Entombed hanno contribuito a marchiare a fuoco un’epoca; il brano ha una progressione potente in up tempo nel gustoso finale.
Che dire, se non, che il morto è vivo? Lo so, facile gioco di parole, ma questo album, fa capire dove lo spirito originario del gruppo, l’anima, siano ben presenti; qui si tratta di scelta, o le copie sbiadite oppure la coerenza, io scelgo i secondi.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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