Insomma.
Si erano perse le tracce degli svedesi
Saint Deamon che una decina di anni fa avevano dato velocemente alle stampe due album, il debutto "
In Shadows Lost from the Brave" che ho letteralmente consumato e che ogni tanto gira ancora nel mio vetusto ed affaticato lettore, ed il successivo "
Pandeamonium" che invece, a dispetto di tutte le critiche positive che gli sono piovute addosso, non è mai riuscito ad entrarmi nel cuore e che avrò ascoltato non più di 3 o 4 volte.
Nonostante tutte le belle parole spese per loro ed il supporto della Frontiers Records, i Saint Deamon sono scomparsi per tutto questo tempo ed i motivi sono sinceramente a me sconosciuti. Mi ha fatto sorridere quindi ritrovarli nel roster della
Ram It Down Records, neonata sottoetichetta della AFM records dedicata a sonorità più classiche, per l'uscita di questa opera terza intitolata "Ghost".
Perso per strada
Ronny Milianowicz, già conosciuto con i
Dyonisus ed i
Sinergy, e rimpiazzato alla batteria dal black metaller
Jarle Byberg, i Saint Deamon ripescano quindi 3/4 della lineup originale ma...ma qualcosa si è rotto.
Jan Thore Grefstad dietro il microfono fa il suo sporco lavoro come al solito, così come lo fa con i suoi
Divided Multitude, però l'ascolto di "
Ghost" nella sua interezza stenta ad emozionare e dopo una prima passata resta davvero poco.
Proviamo a premere play ancora una volta e nuovamente questi interminabili e lunghissimi 71 minuti (decisamente troppi, mezz'ora in meno e forse il giudizio sarebbe cambiato in larga parte) sembrano essere aridi di spunti e vibrazioni: niente di inascoltabile o mal eseguito, per carità, ma tutto terribilmente piatto e privo di ispirazione, con una parola diremmo "scialbo".
I brani raccontano come al solito di un classic metal quando intriso di venature progressive, quando di sfuriate più classicamente power, quando di appeal più cromato e sonorità più hard rock ed AOR ma qualsiasi direzione prendano hanno poco mordente, le linee vocali non impressionano, le melodie non affascinano e non rimangono in mente ne' sulla breve ne' sulla lunga distanza. E' un gran peccato perchè a distanza di ben 10 anni risuonano ancora nelle nostre teste i refrain vincenti di "
My Judas", "
In Shadows Lost from the Brave" o "
My Heart", ma di quegli spunti oggi non v'è traccia.
Speriamo sia solamente un rientro frettoloso o sfortunato e che i Saint Deamon riescano presto a riproporre gli standard del passato perchè al momento la concorrenza in campo classic/power metal è decisamente tanta e di livello assai superiore.