Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:58 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. HOLD ON
  2. HYPOCRITES
  3. ALONE I CRY
  4. SHAPING FATE & DESTINY
  5. ALL I NEED
  6. MAKE IT ALRIGHT
  7. NO WASTED MOMENTS
  8. TOGETHER
  9. TOO MUCH
  10. HUNGER
  11. THE PROMISE
  12. WAITING IN MY DREAMS (BONUS TRACK)

Line up

  • Thom Griffin, Jean Michel Byron, Joe Vana: vocals
  • Tommy Denander: guitar
  • Fabrizio V.Zee Grossi: bass, keyboards
  • Masayoshi Yamasuka, Joachim Cannaiuolo: drums

Voto medio utenti

Una storia piuttosto travagliata quella degli Ambition, che parte dal 2002 e che dopo parecchie traversie riesce a concretizzarsi solamente agli albori di questo 2006.
Lasciatemi dire che tanta attesa non è stata vana (e qui non c'entra il vocalist Joe Vana di fama Mecca, che doveva essere co-protagonista del progetto e che invece lo ha abbandonato abbastanza presto, lasciandoci come testimonianza della sua collaborazione solamente "Waiting in my dreams", la deliziosa rilettura di un brano pescato dal repertorio dei Mr. Mister, già incluso nella compilation "Rock the bones vol.1" e oggi riproposto come bonus anche in questo full-length).
"Ambition" è un disco semplicemente superbo, AOR anni '80 veramente perfetto, con le dodici tracce che costituiscono il prodotto a simboleggiare i fondamentali tasselli di un mosaico di sensazioni forti e feeling impareggiabile, cesellato con maestria da musicisti incredibili.
Uno dei principali "mattatori" dell'opera non poteva che essere Thom Griffin, sostituto di Fergie Fredriksen nei Trillion, capace di rendere il loro "Clear approach" un capolavoro di pomp rock e che in questo lavoro certifica senza dubbi la sua nomea di "AOR golden throat".
La voce di quest'uomo è qualcosa di assolutamente meraviglioso, dotata di un'espressività impossibile da arginare, classe fulgida ed enorme abilità seduttiva sgorgano irresistibilmente dalla sua laringe, un cantante, insomma, che sembra essere nato per questi suoni e per entusiasmarci con la magnificenza melodica e la clamorosa forza interpretativa delle sue leggiadre sfumature timbriche.
Ovviamente, nonostante la sua grandezza, per il conseguimento di un risultato così probante il solo Thom non sarebbe stato sufficiente ed ecco, infatti, che l'instancabile "globe trotter" del rock melodico Tommy Denander suona la sua chitarra come meglio non ricordo di avergli sentito fare pur negli egregi innumerevoli progetti in cui è stato coinvolto, illuminando la sua prestazione con un trasporto ed una passione genuina (oltre che con la consueta tecnica sopraffina) da vera ovazione, e che anche gli altri strumentisti (tra i quali spicca il "solito" Fabrizio Grossi, che si occupa anche di conferire al Cd, con un'eccellente produzione, un sound spettacolare per le coordinate sonore a cui si rivolge) svolgono la loro funzione di "nobile corollario" con ingente competenza e fervore.
Impossibile, poi, non citare la presenza del bravo (ma senza raggiungere le vette del vocalist titolare) Jean Michel Byron (per un breve periodo singer dei Toto) come "ospite di riguardo" del platter, a duettare con Griffin in "Hypocrites" e "Too much" e ad impossessarsi in maniera solitaria del microfono in "Hunger", mentre ancora di più è necessario incensare il team di songwriters (Joey Carbone, Terje Eide e Christian Wolff, "pen-pals" per gli On The Rise e il sempre ottimo Brian LaBlanc) che si è applicato nella scrittura di brani così appassionanti.
Tipico rock adulto ottantiano, si diceva, con un po' dei Toto di "Isolation" (un lavoro che personalmente adoro!) nel cuore e nei muscoli, ma capace di un'ispirazione talmente tangibile da rimanerne oltremodo conquistati.
Considerando pure i mirabili arrangiamenti in forma de-luxe, funziona veramente tutto in questo disco e credo che per gli appassionati del genere sarà un reale diletto scoprire una dopo l'altra le gemme in esso contenute, non credendo possibile che la successiva sia ancora in grado di appagarli in modo maggiore della precedente, in un crescendo emozionale praticamente costante.
Per questa ragione le menzioni di merito sono un po' superflue, ma non posso esimermi dall'indicare "Hold on", "Alone I cry", "Shaping fate & destiny", "All I need" (solo da applauso!), "No wasted moments" e la fantastica "Together", come i primi brani capaci di sollecitare i miei sensi di "vecchio" fan di melodic rock, con quel giusto bilanciamento tra sentimento ed energia, in una maniera che ormai mancava da qualche tempo.
Allo stato attuale non vedo davvero chi potrebbe scalzare gli Ambition dal trono dorato di "specialità" sul quale si sono solidamente insediati, ecco forse solo l'imminente ritorno dei campioni Toto sarà in grado di creare qualche apprensione ... e noi rimaniamo qui ad attendere con ansia questo avvincente confronto.
Per il momento godiamoci "Ambition" ... un prezioso e indimenticabile momento di grande musica.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.