Ne sono fermamente convinto … a dispetto della crisi del
business della musica, dei
trend e anche del supponente giudizio dei numerosi appassionati oltremodo nostalgici e “ipercritici”, convinti che tutto si sia fermato negli anni ottanta, da qualche parte nel mondo ci sarà sempre un gruppo di giovincelli che sta suonando
rock n’ roll, attingendo dalla blasonata storia del genere, magari combinandola con l’esuberanza della sua generazione.
Prendete questi finlandesi
Block Buster, ennesima scoperta di casa
Frontiers Music … il loro albo di debutto “
Losing gravity” ha davvero tutto per essere apprezzato dagli ammiratori di AC/DC, Extreme, Airbourne, The Darkness e The Struts, ed è in grado di spiegare a quelli che non l’hanno ancora capito perché questa “vecchia roba”, con un’adeguata “rinfrescata”, può ancora essere efficace e attuale, senza rischiare di abusare dell’effetto
amarcord.
I quattro ragazzi di
Kuopio conoscono assai bene la materia che trattano e, complice anche un’opportuna scelta dei suoni, prorompono nei sensi degli appassionati attraverso una lunga lista di
cliché e di “trucchi” (stacchi al momento giusto, melodie accattivanti,
anthemici impasti vocali, …) splendidamente metabolizzati e abilmente stemperati da naturalezza e istinto.
Aggiungete una notevole preparazione tecnica, tipicamente scandinava, e otterrete un disco veramente molto godibile, capace di conquistare fin dal coro dell’atto d’avvio “
Out in the city”, seguito dal contagio istantaneo di “
Gone by the morning”, irresistibile grazie ad un pulsante e variopinto clima
glitterato.
“
Flammable” rende onore alla sua denominazione accendendo l’attenzione degli estimatori del versante più
blues dell’
hard-rock, e anche se forse la voce di
Aarni Metsäpelto è leggermente troppo “leggera” per questi specifici lidi sonici, il brano nel suo insieme convince e ammalia, al pari della bella “
Back from the shadows” che, con analoghe prerogative stilistiche, costruisce ancora una volta il suo
appeal soprattutto su
riff e ritornello.
Una
title-track non lontana dagli Oasis desterà talune perplessità in chi è abituato a ragionare per “compartimenti stagni”, mentre sono certo che anche il più intransigente dei
rockers finirà per apprezzare l’energia infettiva della sincopata “
Sweet Mary Jane”, della vagamente Bon Jovi-
esca “
Somebody to shock me” e di una “
Walking like a dog” che, eludendo per un soffio l’eccesso di manierismo, trasporta i T-Rex dritti nel terzo millennio.
Il programma continua con la sfacciata ruffianeria
glam nel singolo “
Move” e con la maggiore “modernità” di “
Would you do it again”, per poi concludersi con la grintosa “
Bulletproof”, un altro buon esempio delle rilevanti capacità d’adescamento dei finnici.
In “
Losing gravity” c’è parecchio di “già sentito”, ma gestire le idee di altri con buongusto, vitalità e ispirazione è già di per sé una dote importante, specialmente per degli esordienti … con
band come i
Block Buster, la “conservazione della specie” è in buone mani.