Ci sono album che non puoi descrivere in altro modo se non come "
buon disco di sano heavy metal".
Sono quelli che non sono rivoluzionari, sono quelli fatti con tutto l'amore possibile per questo genere, quelli imperfetti ma che funzionano, quelli che non inventano nulla ma che sono estremamente godibili e fondamentali per dare linfa al movimento (se ce n'è ancora uno). Gli
Screamer sono questo.
Il quarto lavoro della band svedese è un concentrato di canzoni semplici ma dritte al punto, che ti accompagnano in modo perfetto in un viaggio in macchina, che puoi mettere su anche mentre fai altre cose, ed ogni volta che butti l'orecchio cogli qualcosa che ti da piacere.
Il loro è un metal classico imbastardito con certo hard rock ottantiano, le canzoni sono subito memorizzabili e trascinanti. Il riffing non è il punto di forza degli
Screamer, utilizzano per la maggior parte power chord aperti o in palm mute, ma quello che conta sono le linee melodiche -vocali soprattutto- ma anche di chitarra. Una in fila all'altro questi pezzi passano con la giusta carica, i ritmi non sono mai troppo veloci ma presentano la giusta alternanza tra galoppate e mid tempo, piazzate nella tracklist in modo da non annoiare.
Il cantato è vario e coinvolgente e, pur non avendo chissà quali doti,
Andreas riesce ad essere efficace e lavorare accoppiato ad arrangiamenti ben fatti
Potrei parlare della produzione ma dico solo che è pulita e ben realizata, potrei parlare della copertina e delle manie retrò che stanno imperversando, ma anche sticazzi.
Se invece vi serve un metro di paragone, diciamo che i punti di contatto più evidenti sono con Haudrey Horne, Enforcer e Haunt.
Tutto chiaro, allora? La prossima volte che deciderete di andare a correre, che dovrete stirare o che sarete bloccati in tangenziale, provate a buttare su gli
Screamer. Non risolvono ma aiutano.
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