Anche se sembra impossibile, la qualità delle uscite discografiche di questo 2019 baciato dalla buona sorte, non accenna a diminuire nemmeno in questo ultimo trimestre.
Ne è ulteriore testimonianza il terzo disco degli statunitensi
Obsidian Tongue chiamato semplicemente "
Volume III" edito da
Bindrune Recordings.
In inglese vi è un termine che si attaglia perfettamente alla terza fatica discografica di una band: "pivotal", e spesso viene utilizzato in ambito sportivo per designare il momento di svolta di una partita o di una serie di incontri.
In italiano potremmo tradurlo con "fondamentale, chiave, cruciale" ed andremmo abbastanza vicini all'essenza del significato.
Tutto questo per dire una cosa sola: il nuovo disco partorito da
Brendan James Hayter - mente, anima e motore del progetto
Obsidian Tongue- in collaborazione con il socio
Greg Murphy dietro le pelli, è il miglior lavoro del duo originario del Maine (no, non è solo lo stato originario della sig.ra Jessica Fletcher e sì, siete autorizzati a compiere gesti apotropaici).
Abbiamo dovuto aspettare 6 anni da "
A Nest of Ravens in the Throat of Time" ma ne è valsa assolutamente la pena: i 5 brani per poco più di 43 minuti di running time trascinano l'ascoltatore attraverso i temi più cari ai nostri ovvero le emozioni ed i sogni che la natura offre agli uomini.
E non esiste -a mio avviso- miglior mezzo che il black atmosferico per condensare lo spettro emotivo che i fenomeni naturali provocano: la calma, la furia, la meraviglia, lo stupore, il terrore vengono evocati attraverso "
Volume III" con una maestria davvero rara.
Le partiture di blast beats ed i tremolo picking si avvinghiano ai lunghi intermezzi di pianoforte, gli assoli melodici si alternano ai riff rabbiosi, le parti vocali di
Brendan ora pulite e quasi recitate ora taglienti e glaciali contribuiscono a dare un taglio evocativo e profondo a tutta l'opera.
E sebbene questi elementi siano in antitesi l'uno non potrebbe esistere senza l'altro nè avrebbe il pieno significato che insieme concorrono a formare.
"
Volume III" è l'ennesima gemma che la scena estrema non mainstream ci regala, la sola - o comunque in ristretta compagnia- ancora in grado di sfuggire all'omologazione verso il basso a cui assistiamo.
Lunga vita a band come gli
Obsidian Tongue dunque, la sopravvivenza dell'essenza dell'heavy metal passa da loro!
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