Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2019
Durata:52 min.
Etichetta:Frontiers Records

Tracklist

  1. DON'T STAND IN MY WAY
  2. BRING ME HOME
  3. A NEW EVIL
  4. THE NIGHT PEOPLE RISE
  5. SAVE YOUR PRAYERS
  6. HEARTBEAT
  7. YOUR OWN HERO
  8. NO MATTER HOW HARD WE FALL
  9. MY DEAREST FEAR
  10. YOU AGAINST THE WORLD
  11. ALL WE GOT

Line up

  • Ronnie Romero: vocals
  • Mike Terrana: drums
  • Magnus Karlsson: guitars, bass, keyboards

Voto medio utenti

Su, forza! ...ALZATE TUTTI LE MANI! ...tranquilli, tranquilli...questa NON è una rapina! Ma alzate comunque la mano!...Sì, anche tu là in fondo!

Vi sarà capitato almeno una volta di essere “additati” per un post, un semplice "like" di consenso, di supporto o per un commento negativo sui social? Per semplicemente fraintendimento o perché le “capre” non ci hanno capito (malgrado il nostro dislessico e bislacco discorso nella nostra testa continuerà nei secoli dei secoli ad avere senso compiuto)!
Beh, credo proprio di sì! E questa volta è successo pure a me!

Galeotto fu un semplice “cuoricino” vicino al video di “No Matter How Hard We Fall”, terzo singolo del nuovo e secondo album del progetto “
The Ferrymen.
Sì sì, Signori della Giuria, sono colpevole! Non ho saputo resistere alla tentazione!
Mi entusiasmo ogni volta che sento quell’accelerazione heavy/power (ricordante un po’ un famoso “motivetto” di Adrian Smith) che spezza la breve e “tradizionale” intro (anticipazione della melodia portante del pezzo)!
Ma non è stato solo il repentino cambio di ritmo a colpirmi, a far cliccare il mio compiacimento al video, a farmi scapocciare, a far battere il tempo al mio piedino da Cenerentolo (con 45 di scarpetta).
È stato decisamente tutto l'insieme del pezzo. La voce graffiante, il ritornello azzeccato, la precisione e potenza della batteria e non ultimo il lavoro del chitarrista: grande pezzo!

Ed ecco che al grande “capo”, che tutto sa (tranne chi suona nei The Ferrymen) e che tutto vede, quel mio passionale “clic” non è passato inosservato! Mi ha sgamato ed invitato alla recensione.
A nulla è servito il tentativo di sbolognare il tutto con un: “prendi la recensione del primo album, cambiagli i titoli delle canzoni, cambiagli l'immagine della copertina ed il gioco è fatto!”.
Non era nemmeno una battuta la mia! I tre singoli ascoltati mi avevano fatto propendere per questa ipotesi; Idea avvalorata da un fattore comune dominante: il “Fattore Magnus” (non ho sott'occhio i credits delle canzoni, ma ad orecchio non credo di sbagliarmi sull'autore principale).

Magnus Karlsson è un eccellente chitarrista (dal 2009 in forza ai Primal Fear) e soprattutto ottimo e prolifico compositore (Last Tribe, Midnight Sun, Magnus Karlsson's FreeFall, Allen/Lande, Bob Catley, etc).
In questo secondo album dei The Ferrymen lo svedese è stato nuovamente coadiuvato alla batteria dall'infinitamente prolifico Mike Terrana (oggi nei nostrani Vision Divine ma in passato con Malmsteen, Artension, Axel Rudi Pell, Rage, Tony MacAlpine, Masterplan... Etc)
e da Ronald “Ronnie” Romero, ennesimo nuovo emulo del mai troppo compianto Ronnie James Dio (nei Lords Of Black, nei CoreLeoni e anche, con la benedizione del “fantasma” di Blackmore, cantante dei Rainbow).

Quindi se la matematica è una scienza esatta:
Discreto successo di critica +
formazione invariata +
molteplici attività dei singoli -
il tempo da dedicare al progetto =
Continuare a proporre un heavy metal/hard rock molto melodico a forti tinte “Dio”!

Ed invece qualcosa si è mosso...

...I Traghettatori hanno una nuova "imbarcazione" da presentare:
La “A New Evil” non sembra più grande della precedente, ma dal suono deve avere più cavalli nel motore: sarà per questo che il trio ha deciso di intraprendere rotte e itinerari più duri ed ostici? Ma non temete: chi si affiderà alle loro mani non si troverà su un nuovo Titanic o a fare “l'inchino” vicino a gli scogli appuntiti, ma si ritroverà a destinazione soddisfatto.

Troverete “porti”, come l'iniziale “Don't Stand in My Way”, come “You Against The World” o come “Save Your Prayers”: tre rocciose “isole” power metal: le prime due dal forte sapore Primal Fear (e che non avrebbero sfigurato nei loro ultimi album), la terza invece sembra invece uscita dai Masteplan (con un Romero che si avvicina molto a Lande).
Sempre in terre care ai Masterplan, attracchiamo con l'energica e tirata “A New Evil” (con un chorus che entra subito in testa), con il melodic metal molto catchy di “The Night People Rise” e con “Our Own Heroes”, un grande mid tempo ma da ritornello veloce e ficcante!

Ad ammorbidire la tensione però arrivano in aiuto due ballad: una muscolosa ma “classica” come “Heartbeat” ed un'altra intitolata “Bring Me Home”, più varia e riuscita, quest'ultima però con un piccolo “difetto”: essere stata messa come seconda traccia e di frenare un po’ l'inizio “Crociera” (un po “smorsa osei”, come diremmo dalle miei parti).

Tra le tappe migliori restano comunque la già citata “No Matter How Hard We Fall” e il vigoroso e sinfonico mid tempo di “My Dearest Fear”.
In fine, non esalta, il pur vivace hard rock di “All We Go”.

In conclusione si può affermare che i The Ferrymen, perso comunque l'effetto sorpresa, abbiano portato in porto un album più ispirato e migliore rispetto al precedente.
Sempre molto melodico, sempre con suoni moderni e potenti, ma meno hard & heavy, è più puntato sui territori metal.
In definitiva, lo consiglio a chi ama un comunque “corposo” melodic metal e soprattutto un certo "robusto" power metal alla Masterplan.

Recensione a cura di Mephys


Recensione a cura di Ghost Writer

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