Dietro al monicker
Les Chants Du Hasard si cela l'artista francese
Hasard, polistrumentista che con questo progetto intende dare una sua visione particolare ed ambiziosa del black metal: in questo
"Livre Second", secondo album in studio di Hasard edito da
I, Voidhanger Records, non troverete infatti nessuno strumento elettrico nè alcuna batteria, solo musica orchestrale accompagnata dallo scream black metal del mastermind. L'intento infatti di Les Chants Du Hasard è quello di fornire "una lettura della musica orchestrale del 1800 attraverso la lente distorta del metal estremo", come riporta testualmente la biografia dell'artista, e per quanto questi due mondi sembrino così distanti ed inconciliabili, quello che "Livre Second" riesce a ricreare non si distanzia così tanto dal dichiarato intento ed offre spunti di ascolto interessanti: parlando da totale profano di musica classica ed orchestrale, è davvero innegabile come le parti strumentali di questo album suonino magniloquenti ed oscure grazie all'apporto di archi, timpani, ottoni e degli inserti corali dalle reminescenze wagneriane che rendono tutto l'impianto musicale di grande impatto ed emotività. I toni drammatici e talvolta tragici che la musica di Les Chants Du Hasard riesce ad evocare sono il probabile punto di contatto con la nostra musica preferita, di certo non nuova a contaminazioni con la musica classica negli ambiti più disparati, e la sua intensità e le emozioni fosche che riesce a ricreare probabilmente sono in sintonia con quanto il metal in senso stretto riesce a comunicare a tutti noi. L'apporto vocale di Hasard consiste in uno scream molto vicino al black metal e si amalgama molto bene all'interno della musica, amplificandone lo spettro emotivo e aggiungendo un ulteriore senso di disperazione e cupezza ai brani senza risultare pacchiano o assolutamente fuori luogo, e ricrea perfettamente il senso di tensione che molto spesso la musica riesce a generare per mezzo di archi vorticosi, timpani squassanti e fiati apocalittici. Anche poco avvezzi alle sonorità classiche, è indubbio che rimanere impassibile durante l'ascolto di "Chant VI - La Course", "Chant III - La Thelxiope" o "Chant VII - L'Eveil" sia difficile grazie ai toni lugubri ed al senso di soverchiante epicità che le canzoni sono in grado di offrire. Abbandonate quindi ogni sorta di preconcetto o pregiudizio che possiate avere nei confronti di un progetto e di un'idea che potrebbero sembrare pacchiani o ridicoli alle orecchie di qualcuno: "Livre Second" è un'opera di indubbio interesse e spessore, con tutte le carte in regola per attirare l'attenzione di un pubblico come il nostro, apparentemente distante anni luce da questa realtà.
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