Copertina 8,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2019
Durata:44 min.
Etichetta:Extreme Metal Music

Tracklist

  1. FORGE THE MYTH
  2. EMPIRE
  3. THE GALLIC HOURGLASS
  4. CHAINS OF ALESIA
  5. ONCE THE DIE IS CAST
  6. GOLD ROOTS OF WAR
  7. PTOLEMY HAS TO FALL
  8. SUPPRESS THE RIOT
  9. VENI VIDI VICI
  10. THE BLITHE IGNORANCE
  11. IMPERATOR

Line up

  • Fabivs: guitar
  • Cornelivs: bass
  • Decivs: drums
  • Nero: guitars
  • Diocletians: vocals

Voto medio utenti

Sangue e oro.

Il nuovo disco dei capitolini Ade non fa prigionieri.
Forti di una line up rinnovata per 4/5, la band capitanata da Fabio Palazzola, chitarrista e compositore, ritorna dopo 3 anni dal buon Carthago Delenda Est, alzando ancora di più l'asticella e confermandosi come una realtà da non sottovalutare nel panorama nazionale ed internazionale.
Il Death Metal della band romana si avvale questa volta di una produzione scintillante, merito di Saul Morabito dei 16th Cellar Studio, che mette in primo piano quello che in primo piano deve stare: le chitarre. Il riffing della coppia d'asce, Fabio e Nero (uscito subito dopo la registrazione del disco) risulta molto vario ed ispirato, ma anche le parti solistiche mostrano una perizia tecnica e un gusto melodico superiore alla media.

Per questo quarto disco la band ci riporta all'epoca di Giulio Cesare, agli anni sanguinosi della fine della Repubblica e dell'inizio della dittatura di uno dei più importanti e influenti personaggi della storia. I testi degli Ade, opera del nuovo cantante Diocletianvs sono interessanti e mai banali, che vanno ad aggiungere la ciliegina sulla torta integrandosi benissimo con la musica e facendoci immergere al 100% nel concept e nell'atmosfera del disco. Anche la prova vocale del cantante risulta un netto miglioramento rispetto al passato, proponendo un potentissimo growl, profondo, gutturale, ma sempre chiaro.

Il disco scorre potentissimo per 46 minuti senza cali di tono, e con picchi molto alti, come per la opener Empire, scelta come primo singolo, la più ragionata e lenta Once the Die is Cast, o la conclusiva Imperator, ma davvero c'è l'imbarazzo della scelta.

In definitiva questo album alza ancora di più l'asticella e colloca gli Ade nel gotha della scena death metal Italiana, non avendo nulla di invidiare a band più blasonate. Ci auguriamo solo che questi ragazzi possano riuscire ad ottenere il successo che sicuramente meritano e possano continuare a sfornare dischi di alto livello per molti anni a venire.

Ad Maiora

Recensione a cura di hellfiregab

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