Copertina 8,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2019
Durata:51 min.
Etichetta:Punishment 18 Records

Tracklist

  1. LIGHT HEARTED IN AN ERGONOMIC RESIN
  2. THE EARTHLING
  3. IN EXPECTANCE
  4. HELICAL STALEMATE
  5. AQUEDUCTS
  6. HUMANOID, MANNEQUINN, ANDROGYNE
  7. POLAR COVALENT BOND
  8. THE FOURTH MAGNETAR
  9. MI SUTHINA
  10. Π (OUTRO)

Line up

  • Cristian Antolini: bass, clean vocals
  • Fabiano Romagnoli: guitars, keyboards
  • Alessandro Iacobellis: vocals
  • Andrea Miazzetto: drums

Voto medio utenti

Fin dallo studio report realizzato a metà novembre, durante l'ascolto in presa diretta del nuovo "Earthling/Terrestre" svoltosi direttamente negli Alpha Music Studios di Andrea Miazzetto, avevo intuito che il nuovo lavoro dei LUNARSEA fosse un qualcosa di talmente valido da superare nella mia personalissima classifica anche il loro secondo disco "Route Code Selector" del 2008, fino a quel momento decisamente il mio preferito e mai uscito dal mio fido lettore Kenwood...

Così è stato, ed ascolto dopo ascolto è entrato prepotentemente nella mia top 10 del 2019 sebbene pubblicato in dirittura d'arrivo dalla sempre attenta Punishment 18 Records e ho il sentore che anche in questo caso il Kenwood dovrà abituarsi ad una lunga permanenza, poichè non ho alcun dubbio nell'affermare che "Earthling/Terrestre" sia nettamente il cd migliore partorito dai Lunarsea, il "più" in ogni aspetto: è più maturo, è più estremo, è più melodico, è più complesso, è più accessibile.

Tutti aggettivi divergenti tra loro ma che il quartetto romano riesce a far combaciare con apparente estrema semplicità, sin dalla magniloquente intro che ci introduce all'opener "Light Hearted in an Ergonomic Resin", un brano che mi fa pensare "questo giocoforza sarà uno dei migliori del disco", la stessa cosa che accade per la successiva semi title-track "The Earthling", ed ancora per "Helical Stalemate", ed ancora "Aqueducts", ed ancora, ancora, ancora... Giunti a metà durata, è palese che siamo di fronte a qualcosa di incredibilmente soddisfacente, che travalica le frontiere del melodic death metal senza però stravolgerne l'essenza, dosando le ottime clean vocals dello storico bassista Cristian Antolini (strepitose in brani come "In Expectance"), con aperture quasi progressive dovute all'ottimo riffing del partner Fabiano Romagnoli alla chitarra, con i determinanti innesti del terremotante drumming di Andrea Miazzetto, prova magistrale la sua, e del growl di Alessandro Iacobellis che rappresenta una garanzia assoluta.

Rispetto al passato non viene privilegiata la velocità a tutti i costi, "Earthling/Terrestre" è un lavoro assai più eterogeneo e per questo anche più variegato, con molteplici sfaccettature che ne prolungano a dismisura la longevità, e con piccoli ma preziosi ulteiori arricchimenti come l'utilizzo della lingua italiana, o addirittura etrusca, o l'intervento delle tastiere (in "Helical Stalemate" ad opera di Emanuele Casali, noto per la sua militanza nei DGM) e della presenza dei synth di Dario Tartagni, nonchè la presenza di vocalizzi femminili ad opera di Valentina Gargano, breve ma intenso.

L'accoppiata formata da “Aqueducts” e dalla seguente “Humanoid, Mannequin, Androgyne” è uno dei cardini dell'intero lavoro, quasi solenne, marziale, freddo come le tematiche verso cui è rivolta una notevole attenzione, che vanno a costituire un concept-album complesso ed affascinante che farà la gioia di tutti gli appassionati di sci-fi, senza dubbio catturati visivamente sin dall'appagante cover ad opera del graphic designer SaberCore23, e fa il paio con la strepitosa "Polar Covalent Bond", altra hit totale di un lavoro che praticamente ne è composto in manera totale.

Valorizzato ulteriormente dai suoni chirurgici ottenuti negli Outer Sound Studios di Giuseppe Orlando e dal mastering ad opera di Mika Jussila nei suoi celeberrimi Finnvox Studios, "Earthling/Terrestre" va oltre ogni più rosea aspettative e completa il percorso dei Lunarsea giunto ad un pieno sviluppo, un affinamento dovuto ad una maturazione lenta ma costante ed un'attenzione ai particolari che nell'era dello streaming usa e getta può risultare priva di interesse solo a coloro che vedono nella Musica un mero strumento di intrattenimento.

L'arte è un'altra cosa.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 31 gen 2020 alle 08:29

Disco meraviglioso, orgoglioso che sia italiano.

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