Squadra che vince non si cambia. Così,esattamente due anni dopo il fortunato e positivo debut album, ritorna,
sempre per Frontiers Records, l'affiatata coppia
Liimatainen-Olzen, con questo Songs the Night Sings.
Il rossocrinito, compositore, chitarrista e ,in questo caso, anche tastierista, dopo anni di silenzio a seguito della dipartita dai
Sonata Arctica, non sembra capace di starsene con le mani in mano ed è al momento probabilmente l'uomo più impegnato di Finlandia (vedi le numerose band in cui è coinvolto al momento,
Insomnium,
Cain's Offering, duo acustico
Kotipelto-Liimatainen, chitarrista live per gli
Omnium Gatherum). Nonostante questo è da riconoscere che questo essere super impegnato non toglie nulla alla qualità dei suoi lavori, sempre decisamente interessanti.
Cosa è cambiato rispetto al primo disco? Praticamente nulla. La qualità dei pezzi rimane mediamente elevata, così come l'attitudine fortemente melodica ed un po' "pop" della band, con la presenza di positivi inserimenti elettronici.
Anche la prova di
Annette Olzon è ottima. Si sente che quando è a suo agio la cantante svedese riesce a tirare fuori un'ottima prestazione che conferma quanto di buono già sentito sul debut.
Si parte in quinta con Not Your Monster, secondo singolo estratto e uno dei migliori pezzi del lotto, con un ottimo ritornello, begli assoli e belle melodie che nelle parti più pompose rimandano ai
Nightwish. Anche la title-track, scelta come primo singolo, con i rimandi alla ex-band della
Olzon, funziona per le bellissime linee vocali e per le melodie sempre vincenti. I pezzi successivi scorrono bene, senza farsi preferire gli uni agli altri. Spiccano però
Pils on the Pillow, col suo incedere un po' più duro e moderno, e la bellissima ballad posta in chiusura
I Have to Go, distante dalla classica ballad metal. Un pezzo davvero soft ed elegante in cui Annette sfoggia una prestazione da brividi.
Come standard qualitativo rimaniamo in linea con il primo disco, ma manca quell'effetto sorpresa o quello spingersi più avanti che ci si poteva e doveva attendere con questo secondo disco. Nonostante questo, il secondo lavoro dei
The Dark Element, rimane un ascolto piacevole e apprezzabile, sperando in un ulteriore salto di qualità nel breve futuro.
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