Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2019
Durata:60 min.
Etichetta:Indipendent

Tracklist

  1. RIP IT OUT
  2. HOLD ME, TOUCH ME
  3. SEE YOU TONITE
  4. I CAN'T STOP THE RAIN
  5. DIETRO QUELLA PORTA
  6. FUORI DAL LIMBO
  7. LADY MUSICA
  8. LA DAMA

Line up

  • Roberto Casaburi: guitars
  • Sergio Duccilli: keyboards
  • Tiziano Del Sorbo: guitars
  • Giovanni Iannone: drums
  • Antonello Buonocore: bass
  • Vincenzo Ianniello: vocals, guitars

Voto medio utenti

Sono venuto in contatto con un musicista nostrano con una forte passione per la musica hard rock e non solo.
Il nostro ha un amore viscerale per la buona musica e come musicista autoprodotto ha fatto uscire questo doppio album.
Una sorta di tributo che Vincenzo Ianniello in arte Vinnievin ha voluto dedicare ai Kiss ma non solo.
Questo non è un tribute album, perché in questo doppio ci sono quattro brani cover dei Kiss tratti dai loro album solisti che incisero nei 70 e nel secondo quattro brani originali; un modo per conoscere tutte le sfaccettature di questo appassionato di musica.
Nel primo disco abbiamo quattro brani targati Stanley, Simmons, Frehley e Criss intitolati “Rip it out”, “Hold me, touch me”,”See you tonite” e “I can’t stop the rain”.
L’opener è incalzante, un ottimo up tempo di base hard con le chitarre che graffiano e la voce roca del nostro che interpreta discretamente la composizione.
La band è affiatata e si sente e soprattutto la produzione cristallina dona lucentezza ai brani come nel lento finale; un brano sorretto dalle tastiere e da un mood blues e un bel solo di sax.
Ma è il secondo disco il più interessante, si parte con “Dietro quella porta”, con un arpeggio e poi in crescendo con le chitarre acustiche e un gusto progheggiante tutto nostrano.
Mid tempo dove il nostro canta in italiano; il lato hard si sente nei riff graffianti e con le tastiere che punteggiano il ritornello.
Fuori dal limbo”, è un mid tempo roccioso con l’elettronica che fa capolino ma senza coprire l’anima rock del brano.
Il ritornello è intriso di graffi e rabbia con uno stile tutto nostrano e con la chitarra che si libra nel solo.
Il conclusivo “La dama” si inerpica col basso e si sente un’impronta alla Vasco Rossi con il riffing roccioso che gratta e un ritornello che potrebbe mordere di più.
La chitarra fa un breve solo, il brano ha anche un tappeto di tastiere e si presenta godibile.
Un disco che ha un certo stile e si denota la passione, qualche sbavatura c’è ma tutto sommato un lavoro gradevole che potrebbe piacere a chi ama il suono hard ma con melodia.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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