Cambiamenti di line-up per i rockers australiani
Mammoth Mammoth: lasciano due dei membri originali, il chitarrista Ben Couzens ed il bassista Pete Bell, sostituiti rispettivamente da
Marco Gennaro e
Kris Fiore. Se aggiungiamo il batterista
Frank Trobbiani, una lontana impronta italiana della formazione di Melbourne è chiaramente evidente.
Esce per
Napalm Records il quinto album "
Kreuzung" ("crocevia" in tedesco) ed è il solito e brillante concentrato di high-energy rock, bellicosità alcolica, aggressività hard, attitudine grezza e cafona, spirito "on the road" ed impatto muscolare, che ci fanno amare i gruppi viscerali come questo. Diciamo che rispetto ad altre formazioni del continente australe, vedi gli Airbourne, ci sono molti meno riferimenti ai maestri Ac/Dc ("
Wanted man") mentre in compenso emerge una genuina venatura ribelle e punk molto marcata (le feroci ed essenziali "
Motherf@cker", "
Tonight" e "
Mad world") ed un tiro heavy che odora di Motorhead (le telluriche "
Screamin" e "
Tear it down"). Troviamo anche brani più ombrosi ed insinuanti, come la spigolosa e torbida title-track, sempre comunque ben attenti agli aspetti melodici ed assimilabili. Ma in generale questo sound è sferzante, vivace, brillante, cazzuto, rustico e ruspante come dovrebbe essere sempre il rock duro e cattivo.
La sensazione complessiva è che i
MM abbiano attenuato i riferimenti settantiani dei primi lavori, per puntare con maggior determinazione verso un sound ottantiano bruciante e vibrante, poderoso e spezzacollo ("
Lead boots"), che trasmette calore e stordimento quanto una sbronza di whiskey.
Disco da ascoltare e riascoltare per recuperare la scossa elettrica del vero rock dinamitardo, per ricaricare le batterie esaurite dallo stress contemporaneo, per sostenere una band che fa dell'hard/heavy rock più verace il proprio credo assoluto.
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