Una interessante uscita riservata agli intenditori di rock psichedelico contemporaneo.
Atomic Workers è un progetto fortemente voluto da Michele Rossiello, bassista co-fondatore del gruppo barese That's All Folks!, che ricordiamo per due eccellenti lavori usciti nei primi anni di questo decennio. L'iniziativa del musicista italiano non è molto recente, risale infatti al 2003, quando Rossiello si è trasferito a Londra ed ha preso contatto con personaggi della scena locale per dare vita ad una collaborazione.
Osservando i nomi di chi ha subito accolto l'invito, c'è da riflettere sul fatto che sovente le nostre formazioni di nicchia risultano più note e quotate all'estero che nel nostro paese. Infatti hanno aderito sia Laurence O'Toole, eclettico protagonista del settore come leader degli Hypnosis, che il mito Gary Ramon, diventato nel tempo un'icona psichedelica alla guida degli storici Sun Dial.
Inoltre il chitarrista britannico ha messo a disposizione i suoi Third Eye Studios ad Hastings, ed ha pubblicato "Embryonic suicide" per l'etichetta della quale è proprietario, la Acme Records.
Gli Atomic Workers sono stati completati dall'arrivo di due vecchi compagni del bassista, il chitarrista Sindaco ed il drummer Pantaleo, creando così una line-up definibile a buon diritto anglo-italiana.
Il disco è interamente votato ad un brillante psych-rock, dominato da un torrenziale lavoro chitarristico. Una parte dei brani risente dell'attitudine di Ramon verso le interminabili digressioni strumentali, ma vengono anche esplorate soluzioni garage che si riallacciano addirittura alla fine dei '60, cosa che allontana il pericolo di una proposta che sia unicamente sterile cascata di solismi.
Prendiamo ad esempio la title-track, oppure la stordente "No reaction" o anche "Plastic man", qui le sonorità sono ruvide, nervose, esplosive, gli assoli distorti e spaziali straboccano liberamente, ma si tratta di episodi che restano comunque nei confini della forma-canzone. Linee vocali alla 13th Floor Elevators, atmosfere di puro acido, abili accorgimenti psichedelici, ma il gruppo mantiene una disciplina strumentale e dimostra di saper essere concreto ed immediato, vedi oltre ai pezzi citati anche l'allucinata cover di "Hurdy gurdy", antico successo firmato da Donovan.
Nella seconda metà del disco si accentua invece l'aspetto jammistico, prima con la poderosa ed ultra-acida "Down to earth", poi con lo strumentale "Far away" mantra cosmico da espansione sensoriale, infine con "Breakfast on the ocean" un monster-trip guidato da una incontenibile lead orgiastica che eguaglia i migliori momenti dei Sun Dial.
Da trattare a parte l'incredibile "White", otto minuti di sognante psichedelia dall'effetto narcotizzante, nei quali il gruppo sembra voler rivisitare in chiave siderale i primissimi Pink Floyd. Grandissimo brano.
Peccato che questo bell'album passerà come sempre inosservato, comunque lo consiglio caldamente ai fans di Sun Dial, That's All Folks!, Hypnosis, Hypnos 69, e tutta l'area psych-rock in generale. Rimane anche un mistero se gli Atomic Workers daranno seguito al loro debutto, cosa che non spiacerebbe affatto a chi ama le sonorità lisergiche, oppure saranno uno dei tanti progetti estemporanei destinati con il tempo all'oblìo.