Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2019
Durata:35 min.
Etichetta:Soulseller Records

Tracklist

  1. PRINCE OF DISGUST
  2. MENT TIL å TJENE
  3. MELODIES OF LUST
  4. TA DETS DRAKT
  5. FROST EMBALMED ABYSS
  6. RAVISH ME
  7. BONDED BY BLOOD
  8. SHAME IS JUST A WORD

Line up

  • Grimmdun: drums
  • HaaN: guitars (lead)
  • Fjellnord: guitars
  • HansFyrste: vocals
  • Malphas: bass

Voto medio utenti

Se nella recensione precedente avevo detto che i NEDXXX erano oltre i canoni del black metal, questa band è l’opposto.
Non è un male, perché i norvegesi Svarttjern sanno cosa fanno e questo lo sanno fare molto bene.
Quinto album in carriera della band di Oslo e secondo full sotto l’egida della Soulseller, c’è da dire che il quintetto non fa nulla per nascondere il suo piglio maligno e possente come il granito, ma soprattutto aggiunge un tocco thrash alla materia rendendo il tutto ancora più feroce.
Basta prendere l’opener ”Prince of disgust”, up tempo devastante con le chitarre che serrano le fila di un brano dove le melodie maligne tipiche del black metal di origine norvegese saltano fuori.
In più la band alterna scossoni in blast beats al ritmo veloce e senza pietà, con un bel vocione in screaming urticante, ma c’è anche un rallentamento in mid tempo prima della sfuriata finale.
Melodies of lust”, è un brano malevolo, e tipico del genere con un arpeggio disarmonico quasi alla Dissection per poi ecco arrivare i chitarroni segaossa e un mid tempo assassino.
La velocità non è tutto per i nostri, ma la compattezza del brano è tangibile e l’attitudine anticristiana è presente; il brano ha anche inserti cadenzati con il singer che è intenso e furioso nel serrare le fila.
Frost embalmed abyss”, è un up tempo che per certi versi ricorda i Dimmu Borgir dell’età di mezzo, perché si sente una scheggia thrashy soprattutto in alcune parti di chitarra.
La melodia qui si sente in alcuni riff e soprattutto nell’accelerazione a metà del brano le chitarre si fanno serrate e maligne.
La cover di “Bonded by blood” dei mitici Exodus poi è rispettosa dell’originale con l’impatto delle chitarre e della batteria che denotano l’amore che i norvegesi hanno per le sonorità made in Bay Area.
La titletrack chiude il disco con un tocco quasi ottantiano per certe melodie iniziali di chitarra.
Mid tempo con le chitarre che sono taglienti e riconoscibili nel genere di riferimento, il brano accellera sul finale con un qualcosa di venomiano in sottofondo col solo breve e malevolo.
Album che nulla aggiunge e nulla toglie al genere, ma che il suo lo svolge egregiamente, per chi volesse una buona mezz’ora di sonorità estreme, nere con un tocco thrash i norvegesi sono una sicurezza.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.