Ontborg - Within the Depths of Oblivion

Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2019
Durata:50 min.

Tracklist

  1. LIVING IS A TORTURE
  2. WITHIN THE DEPTHS OF OBLIVION
  3. ENTWINED IN DARKNESS
  4. A STORM BREAKS THE SILENCE
  5. THIS TIME
  6. DIE TO BE ALIVE
  7. SNOW OF LETHE
  8. NO MEMORIES BEYOND
  9. THE LONG AWAITED WINTER
  10. BLACK GARDEN

Line up

  • Lukas Flarer: vocals, guitars
  • Florian Reiner: guitars
  • Harald Klenk: bass
  • Christoph Flarer: drums

Voto medio utenti

Gli Ontborg hanno realizzato "Within the Depths of Oblivion" pochi mesi fa, ed è la loro prima uscita discografica, autoprodotta, dopo che Christoph e Lukas Flarer e Florian Reiner, hanno visto completarsi il percorso musicale dei Voices Of Decay e deciso di affrontare una nuova sfida, ma anche un nuovo indirizzo musicale. Infatti, unite le forze a Harald Klenk hanno lanciato il guanto di sfida alle migliori formazioni Death Metal di scuola scandinava, e lo fanno con ottimi risultati.
Quello che sorprende, non appena sottoposti all'assalto di "Living in a Torture", è però scoprire che gli Ontborg non arrivano né da Stoccolma né da Goteborg, bensì da Merano. E' un avvio brutale, dirompente nei modi e nei toni, con il cantato feroce e gutturale di Lukas Flarer a guidare le danze, Le chitarre di Florian Reiner e dello stesso Lukas Flarer, dapprima affilate ci portano a "Within the Depths of Oblivion", brano meno asfittico dell'opener con un approccio, direi, alla Dark Tranquillity, poi quando per un breve momento prendono fattezze più melodiche approdano alla più ragionata "Entwined in Darkness", riuscito mid-tempo che ci riporta ai tempi d'oro dello Swedish Death Metal. Un mood ribadito anche a livello grafico, visto che la copertina, ad opera di Juanjo Castellano, rimanda direttamente a quel periodo.
L'opera di distruzione prosegue con una "A Storm Breaks the Silence" che non solo spezza il silenzio ma mette a repentaglio l'integrità delle casse acustiche, che poi devono reggere ai colpi spezzacollo di "Die to Be Alive" e alle pulsazioni al limite con il Black Metal di "The Long Awaited Winter".
E dei punti di attenzione vanno poi rivolti a "This Time", altro azzeccato e intrigante mid-tempo e alla articolata "Snow of Lethe" (con echi di Dissection e Edge Of Sanity), due episodi che ribadiscono tanto le capacità degli Ontborg quanto la loro credibilità nel cimentarsi lungo questi impervi sentieri musicali.


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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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