Il precedente
"Conscious Darkness" è stato un album fondamentale per i polacchi
Blaze of Perdition, esattamente come
"Exercises in Futilities" lo fu per i connazionali Mgla, gruppo al quale, più di ogni altro, i Nostri possono essere accostati, sia per suono che per evoluzione dello stesso.
Partendo dalle fondamenta piantate con quello, splendido, lavoro, i
Blaze of Perdition ne riprendono, infatti, la formula vincente e ne ampliano lo spettro espressivo riuscendo a diventare un gruppo Black Metal con evidenti influenze Rock e Dark/Gothic che, prima, erano solo in forma embrionale mentre adesso fanno parte, con forza, dell'amalgama sonora di
"The Harrowing Of Hearts", l'album certamente più "easy listening" (se mi concedete il termine) fino ad oggi composto da
XCIII e soci.
Quello che i
Blaze of Perdition riescono a fare, a differenza dei tanto celebrati Behemoth, è il saper usare influenze nuove per meglio descrivere ed esaltare l'aspetto lirico del lavoro che, a grandi linee ci racconta la figura del Cristo che, come giudice, discende nel profondo dei cuori degli uomini: il suono vario, ricco di stratificazioni, le melodie inattese ed il ricorso agli elementi rock e gotici ai quali vi ho già accennato, sono, infatti, fondamentali per dare vita alle atmosfere richieste da un simile concept tanto ricco di chiaroscuri come di enorme potenza e dilaniante forza evocativa.
I
Blaze of Perdition scrivono un lavoro tutt'altro che semplice e rischioso perché lontanissimo dal primigenio alveo del Black Metal, ma riescono perfettamente a centrare il loro obiettivo grazie ad un songwriting eccellente che emerge in ogni brano e che permette una mirabile fusione di nero assoluto e momenti luminosi che ci svelano un gruppo maturo, conscio della propria personalità grazie alla quale la dolorosa melodia che avvolge ogni brano non si trasforma in eccesso ma ne costituisce l'intima essenza.
"The Harrowing Of Hearts" è, dunque, un album maturo, a volte ipnotico nel suo incedere, certamente maestoso e reso indimenticabile da splendide melodie dilatate nel tempo che vi entreranno nel cervello per non uscirne più in virtù di una classe e di un talento che solo i grandi musicisti posseggono.
Non so se quest'album è il futuro del Black Metal.
Non so nemmeno se sia un album Black Metal.
So, invece, che questo è il presente, struggente e per certi versi scioccante, di un gruppo leader che non ha assolutamente paura di osare.
Senza ombra di dubbio tra i dischi del 2020.