Terzo album per i
Sycomore, francesi di Amiens. Post-metal-core con qualche vibrazione sludgy, riff monolitici e urla strazianti, ritmiche che alternano passaggi ragionati con sfuriate che sfiorano il black metal. Un sound compatto, serrato, urticante, che raramente concede tregua nel suo incedere rovinoso e ustionante. Ma questo è anche il grosso limite della formazione transalpina, che a furia di picchiare in maniera belluina si appiattisce verso uno standard di medio livello alla fine anche un pò monotono e ripetitivo. Una "
Knight coat" tirata avanti per sei minuti alternando sempre riffoni ultrametal, blast-beat maniacali e passaggi quasi tribalistici, non depone a favore della brillantezza del trio nella strutturazione dei brani. Anche le vocals, costantemente urlate sempre con la stessa metrica, alla fine diventano difficili da digerire, a meno di essere fan sfegatati del genere.
Qualche buona intuizione comunque emerge nel corso del disco, ad esempio lo sludge marcio "
Fifty-fifty" dall'andamento lento e marziale in un'atmosfera da tragedia imminente, oppure la massiccia ma dinamica "
The enemy" che ricorda i primi Mastodon per i frequenti cambi di ritmo e finalmente qualche gancio vocale più accessibile e riconoscibile. Subentra perfino un breve assolo lisergico, a qualificare il miglior brano della scaletta.
I
Sycomore non mi convincono pienamente. Mostrano sicuramente grande rabbia ed energia, compattezza e cattiveria, ma queste caratteristiche rimangono frenate e non ben indirizzate dalla piattezza del songwriting. Band dignitosa, ma che non ha ancora fatto il salto di qualità.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?