Amorphis - Magic & Mayhem - Tales From The Early Years

Copertina SV

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2010
Durata:58 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. MAGIC AND MAYHEM
  2. VULGAR NECROLATRY
  3. INTO HIDING
  4. BLACK WINTER DAY
  5. ON RICH AND POOR
  6. EXILE OF THE SONS OF UISLIU
  7. THE CASTAWAY
  8. SONG OF THE TROUBLED ONE
  9. SIGN FROM THE NORTH SIDE
  10. DROWNED MAID
  11. AGAINST WIDOWS
  12. MY KANTELE

Line up

  • Tomi Joutsen - Vocals
  • Esa Holopainen - Lead Guitar
  • Tomi Koivusaari - Rhythm Guitar, Vocals
  • Niclas Etelävuori - Bass
  • Santeri Kallio - Keyboards
  • Jan Rechberger - Drums

Voto medio utenti

Innanzitutto chiedo scusa al Graz per avergli soffiato la recensione, ma dovevo troppo dire a tutti voi quanto è bello questo dischetto... come le nuove registrazioni di queste tracks fondamentali nella storia del combo finlandese diano nuovo smalto e nuovo vigore a brani come "Black Winter Day" o "The Castaway", ma invece purtroppo, con mio grandissimo disappunto non posso e non me la sento.

Non posso diverlo perchè, nonostante un'ottima produzione, il mood reale, l'atmosfera e l'anima delle canzoni ne esce ridimensionato. Già, proprio così. Anzichè esaltare le "vecchie" composizioni, "Tales From Early Years" rimane un'opera incompleta per la latitanza di quello che in gergo viene definito "la pasta" delle canzoni... ovvero l'amalgama, la fusione degli strumenti, il sapore della passione. E' come un bellissimo quadro che però trasmette nulla, se non un senso di freddezza che scivola sul piano dell'indifferenza di chi guarda e cerca di capire.

E' indubbio che la voce di Tomi Joutsen sia di calibro superlativo, ma immortalato su "Tales From The Early Years" non riesce a trasmettere il giusto feeling nel remake dei brani di "Tales Of The Thousand Lakes" e di "Elegy" (cosa che invece gli riesce benissimo dal vivo), nonostante un bellissimo growl e una altrettanto convincente voce pulita. La sensazione reale è che in buon Tomi non si trovi proprio a suo agio su quelle composizioni (o meglio, che il suo timbro di growl non sia pienamente compatibile con esse) cosa che invece si percepisce meno sugli estratti da "The Karelian Isthmus", in cui la melodia viene un pochino meno per dare più spazio alle sfuriate al limite del Death Metal (e quindi il timbro tende a essere meglio inquadrato).

Nonostante quindi il buon proposito, consiglio a tutti gli amanti di Amorphis di ascoltare questo dischetto, ma di dargli il giusto peso, senza pensare di andare incontro a chissà-che-cosa di epocale o di stravolgente, perchè altrimenti potreste rimanerne un poco delusi.

Un approccio moderato è vivamente consigliato.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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