Esordio per questa band che nonostante i natali recenti dato che è nata nel 2016 vanta membri che fanno o hanno fatto parte di formazioni blasonate di metal estremo.
Se dovessi parlare di supergruppo, non sarei tanto lontano dal vero, perché qui abbiamo musicisti che fanno parte di formazioni quali
Dark Funeral, Asphyx, Vader, che hanno unito le proprie forze per questa band che esordisce per
Listenable Records.
Ma non suona il genere di riferimento delle band madri, i nostri ci riportano in verità ai primi anni novanta quando il death metal melodico di taglio scandinavo faceva la sua comparsa.
L’opener “
Rise of the berzekers” fa già capire dove i nostri vogliono parare; riff epici, batteria in doppia casa e chitarre armonizzate.
“
A world in despair”, brano veloce che presenta la struttura ritmica tellurica con i riffing di chiara scuola svedese made in
At The Gates.
Il singer
Jonny Pettersson aggredisce il microfono urlando come un indemoniato e la marcia non frena nemmeno un secondo.
“
I am the legion” , brano epico che richiama certe atmosfere dei primi
In Flames ma riviste in un’ottica più selvaggia.
Le chitarre ringhiano serrate mentre il vocione qui si fa più cavernoso e cupo ma con l’aggiunta di melodia nelle armonizzazioni di chitarra.
La titletrack è cadenzata e le chitarre tagliano il brano come lame di rasoio.
La compressione del suono rende bene la voglia di old school che permea la composizione e i cori puliti da battaglia aprono a giri melodici in tremolo.
“
King of all masters” sembra doom/ death metal dall’impatto guerriero, orgoglioso e fiero.
La marcia lenta, dal piglio mai domo, i riffing che sembrano ispirati ai migliori
Amon Amarth dei tempi belli farebbero vibrare i cuori più intransigenti.
“
A lurking evil”, travolge tutto e tutti con un brano tellurico, la doppia cassa sembra una schiacchiasassi.
I riffing in tremolo sono di puro swedish sound con melodie di stampo drammatico e un vocione aggressivo rende il tutto più ispirato nei chorus; il brano sul finale cresce con pathos emotivo in un urlo finale.
Un disco che come prima prova non aggiunge nulla di nuovo, potrà piacere ai seguaci del metal estremo melodico, buona prova anche se l’originalità non è pervenuta.
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