Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:35 min.

Tracklist

  1. BARBRA STREISAND
  2. PEN 15
  3. HAPPILY LEVEL LAFTER
  4. PORCELAIN ASS
  5. RED CURTAIN
  6. A DISCARTED MESS
  7. MATT LAUER'S SECRET BUTTON
  8. SLEEPING WITH SILVERFISH
  9. GREASE
  10. MR. FUNNY GUY FULL OF BULLSHIT
  11. MARGARITADELPHIA

Line up

  • Anthony Paganelli: guitar, vocals
  • Lance Jackman: guitar, vocals
  • Lennon Hudson: bass, vocals
  • Jess Gowrie: drums, vocals

Voto medio utenti

I californiani (Sacramento) Horseneck vedono al loro interno la presenza di membri che vantano un lontano passato nei Will Haven (Lance Jackman e Anthony Paganelli) e con Chelsea Wolfe (Jess Gowrie), con l'aggiunta del bassista Lennon Hudson, anch'egli veterano della scena post/alternative rock statunitense. Questo "Fever dream" è il loro secondo album, seguito del debutto "Heavy trip" (2017).
Undici canzoni diverse tra loro, seppur con l'indirizzo comune di un post-rock contemporaneo e flessibile nelle soluzioni. Basterebbe confrontare la muscolare ed aggressiva "Pen 15", con le sue vocals urlate ed isteriche alla maniera dei punksters, con la struttura impalpabile e nebbiosa della dolcissima ma inquietante "A discarted mess", giocata su suoni cristallini e voci sussurrate, per capire quanto riescono a spaziare a livello stilistico i quattro americani. C'è del metal hardcore/sludgy alla Mastodon, pesante e serrato ("Matt Lauer's secret button"), così come delle divagazioni trippy alla Intronaut ("Sleeping with silverfish") con l'immancabile contrasto tra passaggi lunari ed esplosioni rabbiose, ma anche l'intensa ed emozionale "Red curtain" con il contributo della conturbante voce della cantante Jules Bee (Sea of Bees). A tratti emerge la sensazione di ascoltare una compilation di formazioni diverse e sperimentali. Mi vengono in mente i nomi di Melvins e Red Fang, in seconda battuta quello dei Queens of the Stone Age dei primi lavori.
Ancora, troviamo la punkettona e viscerale "Grease" ma anche l'eccitante rock ultra-classico "Barbra Streisand" che vede l'ospitata dell'ormai ottantenne leggenda americana del rhythm'n'blues Gary U.S. Bonds (Gary Levone Anderson). Alla fine, comunque, prevalgono forse i brani post-hardcore con vibrazioni stonerizzate come "Happily level lafter" e "Margaritadelphia" dal tiro spigoloso, tagliente ed aspro, ma anche dotate di buon groove e ganci melodici accattivanti.
Disco interessante ma non immediato, un pò spiazzante. Forse leggermente troppo ondivago, ma con episodi che fanno presa dopo qualche ascolto. Gli Horseneck sono una band che, senza fare nulla di clamoroso, possono coinvolgere molti appassionati dei generi più moderni in maniera trasversale. Sono curioso di vedere cosa ci riserveranno in futuro, perchè i californiani hanno idee e coraggio di sperimentarsi in cose molto diverse tra loro e potrebbero fare il botto.

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