Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:71 min.
Etichetta:Enghardt Media
Distribuzione:Edel

Tracklist

  1. WALK A STRAIGHT LINE
  2. GLASS MOUNTAIN
  3. UNIVERSE
  4. MARTYS THEME
  5. THE LAST SONG
  6. MY DEMONS
  7. FEELS LIKE HEAVEN
  8. SAY HI TO EILEEN
  9. THAT GIRL
  10. STANDING ON THE EDGE
  11. NEVER LEARNED TO SAY GOODBYE
  12. THE MESSANGER
  13. ZAKOPANE
  14. RAGING FIRE
  15. TURN TO STONE
  16. THE WEIGHT OF THE WORLD
  17. SOUTHBOUND TRAIN
  18. THE MAKING OF WALK A STRAIGHT LINE

Line up

  • Marty Punch: guitars
  • David Cagle: vocals
  • Carsten Enghardt: drums
  • Martin Motnik: bass
  • Robert Karasek: keyboards
  • Sarah Straub: vocal duet on “Feels Like Heaven”
  • Tommy Denander: lead guitar and solo on “Zakopane”
  • JK Northrup: guitar solo on “Southbound Train”, voice over on “The Making …”
  • Frank Pané: guitar solo on “Universe”
  • Bruce Kulick: lead guitar and solo on “My Demons”

Voto medio utenti

Si sa … al giorno d’oggi, con il mondo della discografia in evidente crisi e una miriade di possibilità d’ascolto offerte a musicofili non sempre adeguatamente curiosi e attenti, spessissimo non è più sufficiente essere bravi per farsi notare.
L’impressione è che ci sia bisogno di qualcosa di “diverso” … oltre all’indispensabile fortuna, magari un’immagine “giusta”, relazioni celebri e turbolente, atteggiamenti “sopra le righe” o chissà cos’altro.
Ebbene, non credo che Martin Punsch e i suoi Marty And The Bad Punch possiedano le peculiarità “al contorno” necessarie per catalizzare l’attenzione nelle effimere convulsioni del terzo millennio, e ciononostante il buon successo ottenuto dal loro debutto “Moon over Baskerville” permette di affrontare il nuovo, “Walk a straight line” (un doppio album, nientemeno …) con l’incoraggiante (utopico?) pensiero che trattare con competenza e sensibilità una materia musicale, per di più non particolarmente trendy, possa ancora essere una scelta vincente.
Stiamo parlando di una forma di vellutato rock “adulto” contraddistinto da sfumature country, pop e southern, sviluppata attraverso un songwriting sempre piuttosto calibrato, confortevole e affabile, capace di gestire con abilità l’inevitabile affioramento di qualche cliché.
La chitarra fluida di Marty (un tedesco che, per come suona, deve avere talune discendenze yankee …) si combina perfettamente con la voce pastosa di David Cagle (JK Northrup), con le preziose tastiere di Robert Karasek e con una sezione ritmica poco appariscente ma efficace, il tutto puntellato da alcuni prestigiosi ospiti del calibro di Tommy Denander, Frank Pané (Bonfire) e Bruce Kulick (ex-Kiss, Grand Funk Railroad, …).
Ne scaturisce un lavoro da consigliare agli estimatori di Little River Band, REO Speedwagon, Bryan Adams, 38 Special e del John Waite solista, un elenco a cui si potrebbe aggiungere pure lo Steven Tyler di “We’re all somebody from somewhere”.
All’interno di un programma corposo (forse pure un po’ troppo …) e assai ricco di passionalità, mi limito a segnalare l’AOR di classe della title-track dell’opera (presente anche in una simpatica versione making of, posta a chiusura del disco …), di “Universe”, “My demons”, “Standing on the edge” e “Zakopane”, ottimamente integrate con le evocative ambientazioni rootsy di “Glass mountain”, “The last song”, “Say hi to Eileen” (potrebbe piacere persino ai fans di Kid Rock …) e “Raging fire”, a comporre un’eloquente campionario delle capacità espressive, suggestive e accoglienti, di cui è dotato “Walk a straight line”.
Nella speranza che la promettente parabola artistica di Marty And The Bad Punch possa conservare un’adeguata considerazione, tale da consentire una sua ulteriore evoluzione, ai nostri recapito altresì un grosso in bocca al lupo, perché, come anticipato all’inizio della disamina, indipendentemente da ogni altra valutazione di merito, della buona sorte si ha sempre un gran bisogno.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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