I Kuroi sono una band italiana con all’attivo un demo mi sembra, fatto sta che questo “Ikon” è il loro debutto, nel quale la band mette alla frusta la propria passione per il metal estremo. Infatti il disco ha un mood che spesso sconfina nel death metal anche se non si può non convenire che la band abbia come principale influenza il nu metal più oltranzista di bands come Slipknot, quelli di “Iowa”, e Machine Head, quelli di “The More Things Change”.
La violenza sonora e il groove sono gli stessi, o quasi, e quantomeno la band ci prova, ed in effetti pezzi come “Diabolik” e “Spara” sono davvero violenti.
Particolare della band è quello di usare una doppia batteria in fase di registrazione, per poi sincronizzarle e dare l’effetto di quattro braccia e quattro gambe che suonino all’unisono, come nel finale di “Drink Up!”. In realtà la differenza non si nota e in realtà esistono batteristi che con un braccio legato dietro la schiena e una palla al piede sanno fare molto di più. Ma è questione di dettagli, perché comunque i patterns ritmici sono potenti e ben assestati.
Il meglio di se, dal punto di vista compositivo, al band lo dà verso la fine, dove inanella una serie di pezzi veramente potenti e coinvolgenti, come l’ultraviolenta “Sexy Blood”, la dinamica e potente “El Chupa” e la conclusiva e onomatopeica “Tzunami”.
Questo disco non aggiunge nulla di nuovo al panorama metallico italiano, offre comunque una quarantina di minuti di musica violenta e ben suonata, il che non è affatto disprezzabile.
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