1928, Providence. Risa diaboliche, litanie sconosciute, odori mefitici e voci d'oltretomba si sentono provenire dal laboratorio che Charles Dexter Ward tiene gelosamente chiuso.
2009, Grecia e Italia. Si formano i Dexter Ward, sonorità Heavy & Epic si sentono provenire dalla loro sala prova. Le riverseranno nell'esordio "Neon Lights" (2011).
2020, Grecia. La No Remorse Records dà alle stampe "III". E' il terzo album dei Dexter Ward. Ulteriori bordate metalliche che si riversano sulla scena Heavy Metal.I
Dexter Ward, dopo aver intitolato i loro primi due full length rispettivamente "Neon Lights" (2011) e "Rendezvous with Destiny" (2016), ora optano per uno stringato "
III", forse con poca fantasia (potevano fare peggio solo scegliendo un autocelebrativo "Dexter Ward"), ma evidentemente si sono risparmiati per le canzoni, vista l'alta qualità e varietà messa in campo.
Il fattore epico è indubbiamente quello messo maggiormente in evidenza, già a partire dai titoli della canzoni (tra Spade, Draghi, Maghi, Cavalieri, senza farmi mancare Conan), un aspetto che non può che ricordare quanto fatto da
Manolis Karazeris e
Mark Dexter (alias di
Marco Concoreggi) ai tempi della loro militanza nei Battleroar, con ben evidenti i rimandi alla N.W.O.B.H.M. e soprattutto al Power Made in U.S.A., sulla scia di gruppi come Jag Panzer, Omen o Brocas Helm.
Non stupisce quindi passare dal Metal classico dell'opener "
Return of the Blades" al piglio epico di "
The Dragon of the Mist" e "
The Demonslayer" (che chiude l'album con un inatteso accenno all'inno "Gloria in Excelsis Deo") a quello più energico di "
Reign of the White Knight", e nemmeno incappare nelle melodie e arpeggi maideniani di "
In the Days of Epic Metal", con un refrain che pare strappato ai nostri Domine e un finale con le chitarre che sembrano intenzionate a non fare prigionieri. Sono ancora degli arpeggi ad aprire "
The Eyes of Merlin", brano ricco di pathos che vive di sussulti e di chiaroscuri tra passaggi rallentati ed esplosioni epiche. Pochi fronzoli invece per "
Conan the Barbarian", che a sorpresa non guarda alla colonna sonora di Basil Poledouris, quanto piuttosto a mostrare i muscoli e a brandire la Atlantean Sword posseduta dal guerriero cimmero creato da Robert Ervin Howard.
Una formazione che è la stessa da almeno un decennio, composta da cinque musicisti che non sono certo gli ultimi arrivati, dal cuore pulsante del gruppo: il bassista
John Tsimas (ex Airged L'Amh, altra band che ricordo con piacere) e
Stelios Darakis (che ha suonato la batteria sull'ultimo album degli On Thorns I Lay), ai due chitarristi: il già citato
Karazeris e
Akis Pastras (che di dischi con gli On Thorns I Lay ne ha fatto due), che cesellano e artigliano, a seconda delle necessità, fino alla voce di
Concoreggi (avete presente un mix tra J.D. Kimball, Kai Hansen e James Rivera?), l'anima dei
Dexter Ward.
Da sottolineare anche la resa sonora di "
III", potente ed energica, non particolarmente educata ma che ben si adatta ai toni e ai modi dei
Dexter Ward. Modi e toni da promuovere. Assolutamente.
Cold steel shall be our messenger
And we'll ride against the wind till the end
Metal.it
What else?
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