La giovane formazione romana
I Maiali esordiscono con il presente "
Cvlto" che è un concentrato di puro noise/hardcore rock grezzo e senza compromessi. Un sound urticante, sferragliante, opprimente, gravido di rabbia esistenziale ed oscurità suburbana. Qualcosa a metà tra i Linea 77 e gli Eyategod o i Ramesses, con quel timbro acido e malato da eversione armata, cantato in italiano con testi che triturano suggestioni anti-religiose, intimiste, sepolcrali e mortifere. Musica scarna, aspra, feroce, ispirata ad un ipotetico culto del maiale "spesso usato come offesa, ma poi tutti adoriamo e divoriamo le sue parti", come dichiara la band stessa. C'è del rock scuro e cadenzato ("
Altari","
Danza come Manson","
Heil") con i suoni distorti accompagnati dalle vocals spietatamente narrative di
Francesco Foschini, così come troviamo rigurgiti hardcore da militanza antisistema ("
Ave","
Cvlto","
Inri") che evocano certo punk da battaglia anni '80 imbastardito dalla tetraggine metal.
Canzoni essenziali, dirette, torbide, gonfie di sofferenza malata, per un disco breve ma intenso. Buona prova per un gruppo che può crescere ancora in futuro.
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