Anticipato dall'uscita di un box set con le ristampe di "Red sky" (2003) e "Heroes, saints and fools" (1981) ecco l'atteso comeback di una delle più sfortunate rock band inglesi degli anni ‘80, che dopo 5 anni di lavoro sforna un concept ispirato alla storia dei Templari in cui non mancano riferimenti al codice Da Vinci. La storia è narrata magnificamente da una voce femminile che ci introduce al tema di ogni brano (e lo fa con accento tipicamente inglese scandendo le parole, aiutata da effetti sonori, leggere orchestrazioni e canti gregoriani), ed il suo intervento è parte integrante del concept, in cui si torna a respirare aria di hard-pomp e symphonic rock in puro stile inglese così come non accadeva da tempo, merito dell'atmosfera "tradizionalista" creata da Bettney e Bendelow (gli unici rimasti della formazione originale, a cui si sono aggiunti Mark Cross degli Helloween e Jamie Little, già sessionman per Robin Williams) che non hanno spostato di una virgola il "Saracen sound", perfetta fusione di stili in cui convergono Uriah Heep, Magnum, Kansas, Marillion e le ritmiche dei primi Iron Maiden, e le parti di chitarra sono perfettamente bilanciate dagli interventi delle tastiere, ispirate moltissimo ai primi Marillion e ai virtuosismi di Rick Wakeman (è il caso della strumentale "Militium Christi"). La musica segue per filo e per segno la narrazione, sospesa tra momenti concitati, epicità, dolcezza e riflessione, mantenendo un'attenzione costante alla melodia in tutti i brani, anche quando la ritmica si fa più incalzante come in "The power and the glory" (descrive il momento in cui i Templari erano diventati l'istituzione militare e finanziaria più potente in Europa grazie alle donazioni dei re per i loro servizi), mentre uno struggente guitar solo in stile hard rock anni '80 (Gary Moore insegna) rappresenta la gelosia di Filippo IV di Francia verso l'ordine dei cavalieri, culminata con l'arresto del gran maestro dell'ordine Jacques de Malay che viene descritto con atmosfere sabbathiane e riprende un po’ il riff di chitarra di "N.I.B" ("Chain reaction"). La title track, giocata tra voce, piano e tastiere nello stile dei più dolci Kansas ci racconta di come, su ordine di Papa Clemente, l'ordine viene sciolto in quanto i cavalieri erano accusati di adorare demoni e dei pagani ed il lamento di De Malay (condannato al rogo, implora che l'ordine è innocente e chiede sia fatta giustizia in quanto i Templari non si sono macchiati di nessun peccato o furto) prosegue nella ballad corale e solenne "Where was their God?". Il finale apre un interrogativo sull'effettiva sparizione dell'ordine: un'organizzazione segreta continuò sempre ad esistere, convinta che Cristo non sia morto in croce ma scappato in Francia con Maria Maddalena (a questa parte della storia sono dedicate le prime tracce del concept), ed in questo gruppo facevano parte gente come Isaac Newton, Victor Hugo, Leonardo da Vinci, che hanno tramandato queste riflessioni fino ad oggi, dove l'organizzazione viene chiamata "Priory of Zion", brano di hard pomp molto keyboard oriented che ricorda molto la mitica "Follow the piper" (presente in "Heroes, saints and fools") con melodie ariose e corali. Chi dice che non si fanno più quei bei dischi di hard rock come negli anni ‘80 dovrà ricredersi: i Saracen sono tornati, e vi assicuro che ascoltare "Vox in excelso" è 1000 volte meglio che vedere "Il codice Da Vinci", affrettatevi quindi perchè la tiratura limitata (le prime 1000 copie) è racchiusa in un booklet curatissimo.q
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?