Ben più famosi per essere dal 2002 la miglior Dream Theater cover band vincendo il contest e suonando con Jordan Rudess al party che festeggiava il decimo compleanno di nascita del fan club italiano, forti di un contratto con la greca Burning Star i romani Astra ora provano a brillare di luce propria. Assoldato una garanzia dietro al microfono (e alla batteria) come Titta Tani (DGM, Daemonia), la band esordisce senza troppo pensare a Petrucci e compagni, spaziando tra i molti campi che il prog metal può offrire con incursioni nel sound più moderno ed aggressivo, mantenendo però un'elevata componente melodica che serve a bilanciare gli slanci potenti, parti di growl ("Resurrection"), effetti elettronici e loops. Capacità tecnica e varietà di stili sono distribuiti senza mai soffocare la struttura dei brani, lasciando lo sfogo strumentale alla sola "Restless sleep", splendido omaggio agli arrangiamenti prog-festaioli usati dalla PFM per colorare musicalmente le canzoni di Fabrizio De Andrè, e c'è spazio anche per due ballads: la leggiadra ed orchestrale "From father to son" (splendido finale corale) ed il brano conclusivo per sola voce e piano (non presente nella track list). Potenza, modernità, profondità nei testi, melodia e coralità, gli Astra da ora in poi non sono solo più una perfetta cover band e sono pronti a dimostrarlo come meglio sanno fare, in 6 date da qui a fine anno: non mancate.
Acquisto obbligato anche per tutti i fans dei DGM.
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