È una carriera all’insegna della ricerca continua quella dei
Green Carnation, band fondata nel 1990 ma con all’attivo solo 6 album (incluso il qui presente
“Leaves Of Yesteryear”) di cui uno,
“Light Of Day, Day Of Darkness”, che pesa come un macigno all’interno della discografia della band e della discografia progressive metal tutta.
“Leaves Of Yesteryear” arriva ben 14 anni dopo l’ultimo
“Acoustic Verses” ma è figlio più che legittimo del sopraccitato
“Light Of Day…” che è stato interamente riproposto dal vivo dalla band in tempi recenti e che - probabilmente proprio per questo - deve aver fatto un po’ da “bussola” per il nuovo lavoro.
Dei cinque brani in scaletta, spicca sicuramente la titletrack, riuscita nel suo alternare momenti decisi ma melodici, epici ma sinistri, nella migliore tradizione
Green Carnation. Se
“Sentinels” mi ha ricordato dei
Sentenced prestati al prog, le lunghe
“My Dark Reflections Of Life And Death” (già edita e qui riregistrata) e
“Hounds” - anche se un po’ troppo prolisse - tornano a suonare
Green Carnation al 100%, con un pizzico di doom sabbathiano e qualche concessione acustica, ripresa nella conclusiva
“Solitude” (guarda caso, proprio una cover della band di
Tony Iommi), che non avrebbe sfigurato nel precedente
“Acoustic Verses”.
Un ritorno discreto da tutti i punti di vista.
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