Devo riconoscere che, in un certo senso,
"A Path Through Absent Places" è un album che mi ha sorpreso.
Letto il nome del gruppo, la loro provenienza ed il genere, mi aspettavo qualcosa di molto più violento e primitivo, ma, come si suol dire, le apparenze ingannano e quello a cui mi sono trovato di fronte è stato un album si di black metal, ma molto melodico e molto influenzato, soprattutto a livello di intrecci delle chitarre, dai migliori Rotting Christ e dalla scena svedese di metà anni '90 con un occhio di riguardo rivolto a partiture dal sapore "ambient" che riescono, contemporaneamente, a rilassare e ad essere distanti dalla luce.
Niente USBM dunque, ma una proposta atmosferica, oscura, attenta al comparto melodico, ma anche in grado di essere abrasiva, sebbene i mid tempos e gli arrangiamenti eleganti, devoti al suono ellenico, sono certamente predominanti fornendo a tutto il disco un fascino antico ed un sapore aspro ma caldo al tempo stesso.
I
Misanthropic Rituals pongono molta attenzione all'uso delle tastiere, che sono sempre semplici ma molto evocative, e riescono con poche note di chitarra a creare la giusta atmosfera di un album dal gusto notturno che preferisce sussurrare la sua oscurità piuttosto che urlare rabbia e odio che proprio non sembrano appartenergli.
Sinceramente, la mezz'ora spesa ad ascoltare questo album è stata molto piacevole, oltre che sorprendente, con la conseguenza che il suo suono atmosferico, qui e la molto vicino anche a Lustre, credo farà spesso un giro nel mio lettore... e spero anche nel vostro.
Da scoprire.
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